Il documento che è valso un mandato da 3,4 milioni di franchi manca ancora all’appello, la sottocommissione vigilanza lo chiederà la prossima settimana
BELLINZONA - Inizialmente era un incarico da poco più di 50mila franchi al mese per la gestione di un centro richiedenti l’asilo. Poi, nell’arco di tre anni, l’impegno è aumentato e le fatture sono arrivate a totalizzare 3,4 milioni di franchi. Sia il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli che l’allora capo della Divisione dell’azione sociale Claudio Blotti (sentito martedì dalla sottocommissione vigilanza) hanno giustificato l’affidamento alla società di sicurezza Argo 1 con la situazione d'emergenza e la qualità del servizio proposto.
Il dossier - La ditta avrebbe infatti «presentato una proposta strutturata con un buon concetto di gestione dei centri». Beltraminelli, davanti al Gran Consiglio, sottolineò anche come questa fosse «innovativa con compiti anche di accompagnamento e non solo di sicurezza». Martedì i commissari, incontrando Blotti, si sono sentiti ribadire gli stessi concetti. L’ex funzionario si è assunto le proprie responsabilità e ha grosso modo ripercorso le parole usate dal consigliere di Stato in Parlamento. Quello che, però, manca è il fascicolo contenente questa proposta.
Una ventina di pagine - La prima domanda è: esiste? Benché qualcuno sollevi dubbi, appare inverosimile che un mandato pubblico di tale entità sia stato affidato senza un dossier di candidatura. Lo standard del settore, da quanto ci raccontano, suggerisce almeno una ventina di pagine, tra presentazione dell’azienda, progetto operativo e referenze. Certo è che la sottocommissione di vigilanza non l’ha ancora visto. Alex Farinelli, coordinatore della sottocommissione, ci spiega che questo, come altri documenti, sarà richiesto già la prossima settimana al Controllo cantonale delle finanze.
Fatture e tabulati - Non sono poche, infatti, le carte necessarie per capire tutti i contorni di questo pasticciaccio: ci sono le fatture della Argo 1, così come i tabulati degli agenti in servizio, indispensabili per capire se vi fosse l’organico sufficiente per adempiere al mandato. Ma saranno chiesti anche gli accordi stipulati con le aziende precedenti e le rispettive procedure di attribuzione. Questo per capire se con questa nuova agenzia si sia agito in modo differente dal solito. E serviranno anche a estrapolare altri dettagli: è infatti noto che il responsabile di Argo 1 era proprio alle dipendenze di una precedente mandataria.
Un semplice agente - Ma cosa faceva in quella ditta? Riprendiamo le parole di Beltraminelli in Gran Consiglio: «Il responsabile operativo di Argo 1 era un ex collaboratore della società che ha gestito in una prima fase i centri cantonali. Quindi non era certo a digiuno, anzi era quello che si occupava in prima persona per l’altra società. Aveva un'esperienza qualificata in ambito di sicurezza di personalità ed eventi di rilievo». Una frase che lascia presupporre un ruolo di responsabilità del fondatore di Argo 1. Nostre verifiche rivelano però il contrario: l’uomo, nel relativamente breve periodo passato alle dipendenze della società, ha sempre ricoperto il ruolo di agente semplice, senza che gli fosse affidato alcun ruolo di responsabilità. Né all’interno dei centri cantonali né in altre funzioni. Anzi, sembra che sia proprio nell’ambito dell’assunzione per l’azienda precedente che abbia frequentato i corsi di abilitazione previsti dalla legge, prima di allora non aveva infatti mai operato in Svizzera.
La domanda - Fondamentalmente in tutta questa questione rimane una domanda a cui fornire una risposta convincente. La stessa che si pone Alex Farinelli: «Perché è stata scelta proprio la Argo 1? Una volta che si risponderà a questo probabilmente saranno sciolte anche le altre questioni».