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TAVERNE«Io, 18enne ticinese, attratta dalle donne»

17.05.17 - 07:10
Giornata internazionale contro l'omofobia e la lesbofobia, ecco la storia di Delia Pignoli: «Troppa gente ci vede come anormali»
«Io, 18enne ticinese, attratta dalle donne»
Giornata internazionale contro l'omofobia e la lesbofobia, ecco la storia di Delia Pignoli: «Troppa gente ci vede come anormali»

TAVERNE – «La cosa strana? È che nel 2017 siamo ancora qui a fare questa intervista...» È il pensiero di Delia Pignoli, 18enne di Taverne. Segni particolari: lesbica. Le piacciono le donne. Proprio Delia racconta la sua storia in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. «I problemi più grossi li ho avuti nel mondo dello sport – ammette –. Ho giocato per anni a calcio. A volte era dura sentire espressioni tipo “lesbica di merda”».

Skate e musica – È una ragazza spontanea, Delia. Ride poco, ma si definisce serena. Nella vita è apprendista di commercio. «Sogno di fare la contabile federale o la poliziotta». Si presenta con maglietta e pantaloncini completamente neri. E con lo skateboard sotto braccio. «È la mia passione – dice –, insieme alla chitarra. Mi piace anche scrivere canzoni».

Verso la certezza – Già a cavallo tra le scuole elementari e le medie, Delia capisce di avere un orientamento sessuale diverso rispetto alle sue compagne. «Non ero attratta dai maschietti. Strada facendo, ho maturato certezza e consapevolezza».

Outing – Il momento dell'outing arriva a 15 anni. In quel periodo, Delia frequenta una ragazza di Roma. «Dovevo spiegare a mia mamma che quella non era una semplice amica. Rimasi sorpresa nel sapere che mia madre aveva già capito tutto. In famiglia io non ho mai avuto problemi. Sono sempre stata accettata. Anche dalle mie due sorelle più grandi. Ho avuto fortuna. Altre persone, invece, hanno sofferto».

Resistenze – È il caso della ragazza romana frequentata da Delia. «Sua madre reagì malissimo. Disse che avrebbe preferito avere una figlia puttana piuttosto che lesbica. Ci lasciammo pochi mesi dopo, anche per altre ragioni». Dopo avere vuotato il sacco, anche Delia ha comunque dovuto ingoiare bocconi amari. «Una mia amica un giorno mi spiegò che non se la sentiva di continuare a uscire con me. Perché temeva che io avrei potuto innamorarmi di lei. Assurdo».

Un nuovo amore – Oggi la 18enne di Taverne ha un nuovo amore. Una ragazza di Reggio-Emilia. «Le trovo tutte in Italia perché in Ticino siamo poche – ironizza –. Scherzi a parte, la sensazione è che nelle realtà più grandi si viva più apertamente il fatto di avere un orientamento differente dai canoni classici. Anche se poi i pregiudizi in Italia sono ancora più forti. A Roma ho sentito più persone accostare le lesbiche al demonio».

Contro natura – In passato Delia ha raccontato la sua esperienza anche in televisione, al programma Linea Rossa. «In molti in seguito hanno elogiato il mio coraggio. A me non sembra di averne avuto. Io voglio solo vivere la mia normalità. È incredibile come ci siano ancora persone che ci etichettano come esseri diversi. Trovo che molta gente non sia informata sul tema. C'è chi ci vede come qualcosa di innaturale. Anche la Chiesa fa la sua parte, purtroppo. Ci fa sentire non normali, ingiustamente».

Sofferenze nel silenzio – Delia torna, infine, sul suo vissuto. A scuola e sui campi da calcio. «Alle medie si sente spesso usare le parole “frocio” o “lesbica” a sproposito. Magari anche solo per scherzo. Certe frasi possono ferire. Io ho avuto una famiglia fantastica. E per questo forse ho sofferto meno di altre persone nella mia condizione. Bisogna, però, pensare anche agli altri. Allenatori e docenti sono i primi a doversene rendere conto».

UNA GIORNATA CONTRO IL PREGIUDIZIO

È il 2004 quando, su impulso dell’Unione europea, viene promossa per la prima volta la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. Da allora, la ricorrenza viene celebrata ogni 17 maggio. L’obiettivo? Sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di non escludere chi ha un orientamento sessuale differente rispetto ai canoni classici. Nella Svizzera italiana, stando a un sondaggio di Imbarco Immediato, oltre il 30% degli omosessuali si sente discriminato. Emblematici alcuni dati che emergono dal sondaggio “Benessere senza omofobia” (2010), condotto nelle scuole ticinesi da Zona Protetta e basato su un campione di 630 giovani con età media attorno ai 15,9 anni. Per 166 di questi, l’omosessualità è da definire “contro natura”. Il 57% del campione dichiara di sentire spesso parole come “frocio” o “lesbicona”. Il 45% sostiene che, di fronte a queste parole, nessuno interviene.

 

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