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CANTONE«Il Ticino? Non è per tutti i turisti»

18.04.17 - 20:01
A Corippo si pensa all’albergo diffuso, a Fusio riapre l’hotel storico. Altre realtà rurali si muovono verso un target medio-alto. Gli esperti: «Niente low cost. Qui si vince solo con l’eccellenza»
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«Il Ticino? Non è per tutti i turisti»
A Corippo si pensa all’albergo diffuso, a Fusio riapre l’hotel storico. Altre realtà rurali si muovono verso un target medio-alto. Gli esperti: «Niente low cost. Qui si vince solo con l’eccellenza»

Turismo

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

BELLINZONA – Il progetto di albergo diffuso a Corippo. L’hotel storico che riapre a Fusio. E, ancora, il restyling della locanda Fior di Campo, a Campo Vallemaggia, tanto per citare un altro esempio. Il turismo del Ticino rurale si rilancia alla grande, puntando su un target di clientela medio-alto. Una buona notizia, da una parte. Ma la domanda sorge spontanea: imboccando questa via, non si rischia di costruire un Ticino ancora più caro di quello che è? «È il nostro destino – sostiene Claudio Visentin, docente di storia del turismo all’Università della Svizzera italiana – il Ticino, nelle condizioni attuali, non sarà mai a buon prezzo rispetto, per esempio, alla vicina regione dei laghi italiana».

No alla massa – Si va dunque a caccia del turista che cerca l’esperienza. Sensoriale, ma anche concreta. Unica. «Chi visita le nostre valli – dice Elia Frapolli, direttore di Ticino Turismo – vuole avere un legame stretto con il territorio. Le strutture che sono nate e che nasceranno in futuro in diverse zone periferiche vanno in questa direzione. In montagna non si può lavorare sul turismo di massa. Meglio il turismo di nicchia, di qualità. Altrimenti si rischia di perdere la propria identità. In altre nazioni questo errore è stato fatto».

Costo della vita – Frapolli vede il bicchiere mezzo pieno. «Sappiamo che il Ticino, come la Svizzera in generale, non è per tutti i tipi di turista. È un dato di fatto. Abbiamo un costo della vita alto. Anche i nostri salari sono alti, rispetto all’estero. E dunque anche fare turismo ci costa di più. Non possiamo lavorare sul low cost. L’unico modo per essere competitivi è quello di puntare verso l’eccellenza. Poi, a livello di offerta, possiamo anche diversificare. Il nostro territorio offre anche possibilità più spartane, più a buon mercato. Sempre comunque di un certo livello».

Il target – Visentin è sulla stessa lunghezza d’onda. «È forse inevitabile puntare su qualità degli ambienti e del servizio come valori aggiunti. E questi naturalmente hanno un prezzo. Un target medio-alto credo sia inevitabilmente nostro. Ci stiamo sempre più specializzando nel ricevere un turista di mezza età, e oltre. E con una buona capacità di spesa. Persone che cercano cultura, natura, ma anche riposo».

 

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COMMENTI
 

comp61 6 anni fa su tio
vediamo: turisti in ticino che lasciano soldoni sono pochi: tedeschi e svizzerduch arrivano qui con roulottes e camper per spendere meno e con i super abbonamenti annuali per girare aggratiss ovunque. Ah, i vecchietti col pulmann... Ci arriveranno a Corippo? Certo magari una cena al crotto se la fanno pure.... Per il resto suppe, magari gliela si vende a 50.- Il turismo del lusso in campagna voglio proprio vederlo.

maocr 6 anni fa su tio
Ma il Ticino ,a parte che per i turisti é per i ticinesi? Con gli stipendi (per chi un lavoro ancora ce lo ha ) che ci vengono generosamente dati dai nostri lungimiranti datori di lavoro e sostenuto da politici come Beltraminelli che ci spiegano che si può anche migrare(pensiamo a chi ha famiglia)per non parlare delle politiche dei cosidetti consiglieri (di cosa?) federali che ci trattano a calci in cu..... Grazie politici

muflo 6 anni fa su tio
È il nostro destino – sostiene Claudio Visentin, docente di storia del turismo all’Università della Svizzera italiana – il Ticino, nelle condizioni attuali, non sarà mai a buon prezzo rispetto, per esempio, alla vicina regione dei laghi italiana». ????? Ma è già stato sul lago di Como ??? I prezzi sono tale e quale ai nostri se non più cari !!! Sarà anche docente di storia ma non dell'attualità !

falcodellarupe 6 anni fa su tio
Risposta a muflo
ma se sul lago di Como un espresso, anche macchiato, al tavolo costa 1 euro e un buon prosecco, sempre al tavolo, costa 2,50 euro vuol dire che o sei stato al Villa d'Este o un altro della stesso livello.

Nicklugano 6 anni fa su tio
Risposta a falcodellarupe
E tu dove sei stato, al campeggio da Rosina?

falcodellarupe 6 anni fa su tio
Risposta a Nicklugano
posso darti nome e indirizzi di almeno 5 bar da Argegno a Menaggio passando dalla Tremezzina, salvo il Grand Hotel Tremezzo. Nel caso anche molti altri.

Disà 6 anni fa su tio
Cioè ma che visione ha questa gente per il futuro ??? Il turista di mezza età e oltre ...l' eccellenza ...il riposo .... è inevitabile .... e puoi tutto messo a tacere dalla "capacità di spesa" ....sveglia siamo nel 2017 !!!!
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