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CHIASSO«Sesso in cucina, c'è anche la videocamera»

11.04.17 - 08:42
Le foto scattate da una prostituta denunciano le condizioni in un appartamento a luci rosse di Chiasso. «Situazione degradante»
«Sesso in cucina, c'è anche la videocamera»
Le foto scattate da una prostituta denunciano le condizioni in un appartamento a luci rosse di Chiasso. «Situazione degradante»

CHIASSO. C'è la fotografia, e ci sono i video. L'istantanea del Ticino a luci rosse è quella scattata dalla Polizia cantonale, che ieri ha diffuso il rapporto annuale sulla prostituzione nel nostro cantone. I filmati, invece, li hanno gli sciacalli del settore: e probabilmente non li vedremo mai. La prova, però, c'è e sono le immagini catturate con il cellulare da una prostituta e consegnate a tio.ch/20minuti. Mostrano una videocamera posizionata all'interno di un appartamento a luci rosse in un palazzo di via Albertolli, a Chiasso.

La testimonianza - «Ci dormivamo in tre – racconta una delle ragazze che si sono avvicendate nell'abitazione – due nelle stanze da letto e una in cucina, dove con un divano e una tendina è stata ricavata una terza “camera”». La presenza della videocamera «con cui la tenutaria dell'appartamento controllava il nostro lavoro e anche i clienti che entravano e uscivano» è stata segnalata alla Polizia cantonale (assieme alle condizioni precarie dei locali). 

«Situazione indecente» - «Si tratta di una situazione degradante e che non andrebbe tollerata» denuncia la prostituta di Chiasso. «Non tornerò mai più in quel posto, ma è indecente che altre donne continuino a lavorare in condizioni simili». I proprietari dello stabile, contattati da tio.ch/20minuti, spiegano di non essere al corrente di cosa avvenga negli appartamenti (una quarantina) presenti nel palazzo di via Albertolli.

Sfruttamento nel mirino - Intanto la sezione Teseu della Polizia cantonale ha pubblicato ieri il rapporto di attività e il quadro non è confortante: una quindicina le inchieste aperte per reati di usura, estorsione e truffa ai danni delle prostitute solo nei primi tre mesi di quest'anno. «Sono inoltre state individuate una dozzina di potenziali vittime di tratta d’esseri umani o di sfruttamento della prostituzione, che in due casi hanno portato all’apertura di un’inchiesta penale nei confronti degli autori» si legge nel rapporto.

«Filmate per fare pressione» - In questo contesto l'utilizzo di telecamere (consentito dalla legge solo all'esterno di postriboli e appartamenti) è una pratica «non frequente ma utilizzata da alcuni gestori di appartamenti – conferma un affittacamere sotto anonimato – lo scopo può essere quello di fare pressione sulle ragazze». E magari anche sui clienti. Come nell'affaire Lumino's, dove i filmati furono utilizzati per ricattare un funzionario cantonale, frequentatore del postribolo.

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