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CANTONEVestiti usati contro il consumismo: ma ai giovani piacciono poco

22.03.17 - 06:12
Seconda edizione dello "Scambio d'abiti": usanza che due studentesse a Friborgo stanno tentando di trapiantare in Ticino, provando a superare le resistenze dei ragazzi di qui
Vestiti usati contro il consumismo: ma ai giovani piacciono poco
Seconda edizione dello "Scambio d'abiti": usanza che due studentesse a Friborgo stanno tentando di trapiantare in Ticino, provando a superare le resistenze dei ragazzi di qui

GIUBIASCO - A fine giornata, lo scorso anno, i vestiti rimasti sulle grucce erano così tanti da riempire un camioncino. «Li abbiamo portati via e donati a chi ne aveva bisogno», ricorda Giamila Togni, 23 anni di Sant'Antonino, organizzatrice con Laura Dall’Acqua del primo "Scambio d'abiti" contro il consumismo frenato; o a favore di chi, spiazzato dalla crisi, non ha risorse sufficienti per permettersi la giacca nuova che vorrebbe.

Si prova a crescere: in tutti i sensi - Appuntamento il primo aprile, fra le 11 e le 17.30: stavolta non a Bellinzona ma all'Angolo d'incontro a Giubiasco. Si prova a crescere: non solo nel numero di organizzatori, salito a tre grazie al contributo di Ivan Lafranchi. «Siamo pronti a dare il benvenuto a tutti, ma soprattutto ai ragazzi che sono mancati il 2 aprile del 2015. Chissà, forse perché acquistare nei negozi è più trendy».

«Io mi sono rifatta l'armadio: e voi?» - Ma tante di più, riflette, sono le abitudini che differenziano il Ticino da Friborgo, dove lei ha studiato sociologia e ancora vive e da dove l'idea arriva. «Io mi sono rifatta l'armadio in questo modo», racconta Giamila, desiderosa di trapiantare una bella usanza nel suo cantone. Dove però «manca una vera cultura universitaria».

Tutto gratis? Dici sul serio? - Così, se nella Svizzera interna l'evento è destinato per lo più ai giovani, qui li si è visti latitare. «Confidiamo che questa volta vada meglio. Ma in Ticino esiste anche un altro ordine di problemi. La gente non è avvezza a sentirsi dire che qualcosa è gratis. Anche l'anno scorso, quando per la prima volta abbiamo proposto l'evento, veniva e ci domandava "Ok, bello, ma quanto costa?"».

Molte donne con sacchi e valigie - Nulla. Si viene, si portano i vestiti che non vanno più, si mangia o beve qualcosina, si scambiano due chiacchiere e, quando piace, si prende ciò che altri a loro volta hanno lasciato. «C'è chi è arrivato con sacchi, chi con valigie. La maggioranza erano vestiti da donna. Uomini poco. Molto i bambini. Noi dividiamo abiti e accessori per tipologie, li sistemiamo sui tavoli e gli appendiabiti. Il nostro scopo non è guadagnare: è trascorrere una bella giornata».

Troppo facile gettare tutto via - All'insegna di uno stile di vita più equo, sostenibile. «Vogliamo provare a dire basta al consumismo sfrenato. Viviamo in una società dove si getta tutto senza troppo pensiero, solo perché magari quel qualcosa non piace più. Vogliamo dimostrare che un'alternativa è possibile». Chi volesse, può seguirla anche su Facebook, dove è stata aperta una pagina dedicata.   

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COMMENTI
 

ZetaCrea 7 anni fa su tio
Davvero peccato che da noi siamo solo agli inizi con queste iniziative. La gente in Ticino è davvero lesa; se una cosa che è gratis allora si pensa subito: barbone. Ma poi nei negozio chiedono sconti, riduzioni, ribassi...e se la commessa ti cede solo il 10% sembra quasi che sia un insulto.

Mauzimex 7 anni fa su tio
Con i prezzi che girano in certi discount costa quasi uguale
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