In Ticino quaranta patrimoni senza eredi. Entrano in azione i "cacciatori"
LUGANO - «Buongiorno, lei è beneficiario di un'eredità di 320mila euro». È più o meno quello che un anziano ticinese, cugino di una cantante lirica deceduta di recente a Milano, si è sentito dire aprendo la porta – senza saperlo – ai “cacciatori di eredi”. Non è una nuova truffa porta a porta, no: i parenti sconosciuti che lasciano in eredità patrimoni a sei cifre o più esistono davvero, anche nel nostro Cantone. Sono una quarantina i casi ticinesi aperti, al momento, sulla scrivania di Nadia Spatafora. «Le richieste sono in aumento» racconta. «Arrivano principalmente da notai e avvocati».
Il mercato delle eredità ticinesi fa gola. Lo studio genealogista Coutot-Roehrig è leader in Europa nella ricerca di eredi introvabili, con 35 uffici in sei paesi: in quello di Ginevra – ultimo ad essere aperto – la dottoressa Spatafora accumula i classeur provenienti (anche) dal nostro Cantone. «Il nostro è un settore in crescita» spiega. «Quando non ci sono discendenti diretti, agli esecutori testamentari non resta che rivolgersi a degli esperti per cercare i beneficiari, specie quando questi risiedono all'estero».
Altre volte, come nel caso della cantante lirica, è il titolare del patrimonio a essere deceduto all'estero: e le ricerche dei cacciatori di eredi portano al Ticino. «Nella stragrande maggioranza dei casi, gli eredi nemmeno sanno dell'esistenza del parente deceduto. Ma sono molto contenti». Spesso le ricerche documentali durano mesi. «In Ticino le anagrafi comunali e gli archivi parrocchiali sono in ottime condizioni» precisa Spatafora «ma il Cantone è una terra di confine con una grande storia di migrazioni, in entrata e in uscita». Le ricerche dei “cacciatori di eredi”, così, «in gran parte dei casi» si spostano nella vicina Lombardia, ma anche in Francia, Germania, e fin oltre Oceano. La morale? Se vi giunge notizia di una zia d'America e di un eredità milionaria, prima di chiudere la porta pensateci su: potrebbe non essere uno scherzo.