Norman Gobbi commenta il caso di corruzione nell'Ufficio migrazione. E parla dei problemi del Ticino
LUGANO - La notizia del funzionario corrotto e del giro di permessi falsi ha valicato in confini del Canton Ticino. Intervistato dal «Tages Anzeiger» il direttore del Dipartimento delle Istituzioni è tornato ad esprimersi sulla vicenda che, dall'inizio della settimana, ha portato all'arresto di 6 persone, tra le quali proprio un dipendente del dipartimento dell'Ufficio della migrazione.
Gobbi ci tiene a una precisazione: «Fortunatamente, solo una delle persone coinvolte lavorava per noi. È stata sospesa, dovrà ora affrontare un processo. L'altro dipendente coinvolto era già stato licenziato per per questioni disciplinari. Che non avevano nulla a che fare con quanto emerso nel caso in questione. La terza persona era un tirocinante che ha lavorato all'Ufficio della migrazione solo per un anno».
Gobbi non nasconde la sua rabbia: «Non è una situazione piacevole. La popolazione rischia di perdere fiducia nelle autorità. Tra l'altro è accaduto sul tema molto sensibile per i ticinesi, quello della migrazione».
Per Gobbi non si può tuttavia parlare di scarsa professionalità: «L'Ufficio della migrazione tratta ogni anno 77.000 casi e ha solo 70 dipendenti. Quindi si lavora costantemente sotto pressione».
Il Consigliere di Stato risponde con fermezza alla domanda se non sia troppo facile dare la colpa a uno straniero (tra l'altro naturalizzato): «No, è stato un errore quello di assumere un italiano, soprattutto per l'Ufficio della migrazione. Questo per me non è accettabile. Non ho mai sentito di uno svizzero che lavorasse per le autorità italiane. Ecco perché mettiamo a disposizione del nostro dipartimento prevalentemente personale svizzero nato qui o naturalizzato».
Il Tages Anzeiger pone l'accento sulle tematiche ticinesi che hanno avuto risonanza in tutta la Svizzera, dal divieto di indossare il burqa, all'albo LIA, fino a "Prima i nostri" e chiede se il Ticino non tema la cattiva reputazione. «Finché il Ticino dovrà sopportare questo peso da solo, non cambierà nulla. Solo alcuni esempi: oltre due terzi di tutti i clandestini che arrivano in Svizzera passano dal Ticino. Sono almeno 30.000 persone. Chi ha i pendolari più transfrontalieri in Svizzera? Abbiamo da soli tanti frontalieri quanti ne ha tutta la Svizzera tedesca. Il mercato del lavoro ticinese è per la metà occupato da residenti, per l'altra metà da stranieri. Siamo un laboratorio, dove i problemi politici, sociali ed economici si verificano prima che nel resto della Svizzera. Le persone sono stanche. E noi dobbiamo risolverci i problemi da soli, senza il sostegno di Berna e della Svizzera tedesca».
Il Tages Anzeiger, forse ironicamente, chiede a Gobbi se Trump sia un modello per lui: «Mi piace Trump, anche se naturalmente non approvo tutto quello che fa».