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CANTONEIl Governo a La Posta: «Ci auspichiamo scelte equilibrate, indipendenti da una logica contabile»

02.02.17 - 11:23
Nella presa di posizione odierna si invita a rispettare gli impegni presi, tenendo in particolare considerazione criteri ed esigenze regionali
tipress
Il Governo a La Posta: «Ci auspichiamo scelte equilibrate, indipendenti da una logica contabile»
Nella presa di posizione odierna si invita a rispettare gli impegni presi, tenendo in particolare considerazione criteri ed esigenze regionali

BELLINZONA - È una presa di posizione abbastanza severa quella inviata oggi dal Consiglio di Stato alla Direzione de La Posta, e riguardante la strategia di sviluppo della rete postale in Ticino, come concordato durante la riunione del 7 dicembre 2016 tra il Governo e i vertici dell’ex-regia federale.

Il Consiglio di Stato rinnova la sua preoccupazione per quanto riguarda la prospettata chiusura di numerosi uffici postali in Ticino (32 su un totale di 113, con l’analisi di ulteriori 46 nel corso dei prossimi 3 anni). Questo sviluppo della rete tocca, in particolare, le regioni periferiche e indebolisce il concetto di servizio universale che La Posta deve garantire in tutte le regioni del Paese in virtù del suo mandato pubblico.

In quest’ottica – pur comprendendo le nuove sfide con cui è confrontata l’azienda, dettate dalle evoluzioni tecnologiche e dalle mutate abitudini dell’utenza –, il Governo auspica che le scelte strategiche de La Posta si rivelino equilibrate, prudenti e soprattutto indipendenti da una logica puramente contabile. La rete postale dovrà, infatti, continuare a garantire un’accessibilità e un servizio consoni a tutte le regioni (urbane e periferiche) e a tutte le categorie di utenza (grandi e piccoli clienti), preservando l’occupazione e le migliori condizioni di lavoro.

Nella presa di posizione inviata oggi, i vertici de La Posta sono invitati a rispettare gli impegni presi, tenendo in particolare considerazione criteri ed esigenze regionali che vanno oltre il rispetto delle prescrizioni legali minime. In tal senso, il Consiglio di Stato ha colto l’occasione per chiedere di valutare dei criteri minimi aggiuntivi riguardanti la copertura degli uffici postali nelle regioni più periferiche. Inoltre, è stato posto l’accento sull’importanza di garantire adeguati orari di apertura degli uffici postali.

Il Governo cantonale ha richiesto, inoltre, d’indicare concretamente le soluzioni che saranno intraprese a tutela dell’occupazione. Si chiede anche che il previsto riesame degli ulteriori 46 uffici nel nostro Cantone possa essere posticipato dopo il 2020, e ciò tenendo in considerazione gli sviluppi che emergeranno dalle discussioni e dalle esigenze di territorio e popolazione.

Il Consiglio di Stato si attende che le procedure di chiusura degli uffici postali contestate dai Comuni siano congelate, ribadendo la propria disponibilità a un dialogo accresciuto.

Una nuova proposta de La Posta, sulla base delle indicazioni contenute nella presa di posizione, sarà oggetto di un secondo colloquio con il Cantone Ticino.

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