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CANTONE«Noi associazione a scopo di lucro? Affermazioni diffamanti»

31.01.17 - 20:25
Rete Ticino replica alle dichiarazioni della direttrice della Commissione di vigilanza LIA che, sulla raccolta firme contro l'albo, ha messo l'accento su alcuni costi «per l'affiliazione»
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«Noi associazione a scopo di lucro? Affermazioni diffamanti»
Rete Ticino replica alle dichiarazioni della direttrice della Commissione di vigilanza LIA che, sulla raccolta firme contro l'albo, ha messo l'accento su alcuni costi «per l'affiliazione»

BELLINZONA - È ormai un vero e proprio botta e risposta quello tra Rete Ticino (associazione che ha iniziato una raccolta firme per abrogare l'albo delle imprese) e Cristina Bordoli Poggi, direttrice della Commissione di vigilanza LIA. Dopo le dichiarazioni di quest'ultima, che ha punzecchiato Rete Ticino sostenendo di diffondere informazioni fuorvianti al prezzo di 150 franchi d'iscrizione, l'associazione replica con toni altrettanto pungenti.

«La direttrice della Commissione di vigilanza LIA Cristina Bordoli Poggi ha tutto il diritto di esporre le proprie osservazioni in relazione il proprio operato, ribadiamo, il proprio operato», sottolinea Lorenzo Marconi di Rete Ticino. L'associazione ci tiene a chiarire l’onere della quota di socio sostenitore (150 franchi) che, assicura, non è obbligatorio: «Non delimita in nessun modo e con nessun vincolo il sostegno alla firma per la petizione. Come ogni altra associazione chi vuole è libero di sostenerci. Ma non serve essere socio per firmare. Abbiamo raccolto oltre 1’000 firme e i nostri soci sono inferiori al 5% della quota menzionata, questo prova chiaramente che le affermazioni espresse nel comunicato non sono corrette».

Le parole di Cristina Bordoli Poggi appaiono a Rete Ticino «diffamatorie». «Sembra quasi che la nostra Associazione abbia preso in considerazione il fatto di portare avanti il tema "abrogazione legge LIA" per un fine economico, fine non contemplato negli scopi di un'associazione che non ha funzione lucrativa. Le affermazioni di Cristina Bordoli Poggi fanno risultare Rete Ticino, agli occhi del lettore, un’Associazione poco seria e costosa, oltre che in cerca di guadagni».

L'associazione conclude sottolineando che la petizione è stata lanciata dal signor Andrea Genola di Astano, «che non è nemmeno nostro socio».

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