Gli allievi sono stati ricevuti questo pomeriggio dal sindaco di Lugano Marco Borradori
LUGANO - La sesta edizione della Settimana della Svizzera italiana, che l’Usi promuove da 4 anni e quest’anno è prevista dal 3 al 7 aprile, è cominciata in anticipo per alcuni studenti del Gymnasium Kirchenfeld di Berna. Gli allievi sono infatti giunti in Ticino per trascorrere una settimana in compagnia di una classe del Liceo Lugano 2 (la IIIB) alla scoperta del territorio, della storia, della cultura e della lingua che caratterizza la Svizzera italiana.
Questo pomeriggio gli studenti bernesi e ticinesi sono stati accolti al Municipio di Lugano direttamente dal sindaco Marco Borradori che, dopo una breve introduzione sull’identità svizzera e sulle lingue, ha ricordato come Lugano «unisca culturalmente ma non solo il nord e il sud Europa», quanto sia importante conoscere le lingue e che in questo momento gli studenti giunti in visita sono «gli ambasciatori della Città».
Successivamente la capo Dicastero Immobilii Cristina Zanini Barzaghi ha illustrato i progetti futuri della Città, e Pietro Poretti, responsabile Divisione Sviluppo Economico, ha spiegato brevemente il ruolo della Città quale polo economico del Cantone.
Intervista - Ma gli studenti bernesi quanto conoscono davvero la Svizzera italiana? Come è percepita oltralpe? Fortunatamente non era la prima volta che gli studenti bernesi visitavano il nostro Cantone, chi per motivi di studio e chi per vacanza.
«Il Ticino è sempre un po’ isolato dal resto della Svizzera, sia geograficamente che politicamente» ci racconta Noah, studente bernese. «Ma una volta giunti qui non si nota la differenza politica» aggiunge.
E gli stereotipi esistono? «Sì, si sente spesso dire che i ticinesi si divertono tanto, sono festaioli, ma anche la Svizzera tedesca non scherza».
E quando viene chiesto loro quale sia il piatto tipico del posto non hanno dubbi: «la polenta e il Merlot». Senza però dimenticare il risotto e le castagne. «Tutto quello che è tipico italiano è tipico ticinese» aggiunge ancora Noah. Un aspetto, quello di Svizzera italiana uguale Italia, da non sottovalutare, come ci conferma il professore Russo del Gymnasium Kirchenfeld: «Spesso si è concentrati sull’italiano in Svizzera, e non sulla Svizzera italiana. Sono due aspetti diversi. Ed è importante trasmettere questa differenza agli studenti» e aggiunge: «Si lotta tanto per l’italiano al di là del Gottardo, ma spesso rimane una questione politica, mentre qui con questo scambio i ragazzi hanno davvero l’opportunità di confrontarsi veramente con la lingua. Al contrario delle altre materie l’insegnamento della lingua italiana non è obbligatorio, dunque bisogna sempre lottare, bisogna sempre giustificarsi».
Ma il Ticino è conosciuto anche per gli eventi: «Sicuramente Moon&Stars e il Festival del Cinema di Locarno» racconta Elin. «Ma anche i concerti estivi di Lugano sono ben conosciuti oltralpe, o il carnevale» aggiunge Noah.
Ma cosa si può fare per migliorare la presenza dell’italiano nel resto della Svizzera? «Avere tante lingue in Svizzera è un vantaggio per tutti. Forse la televisione nazionale potrebbe fare qualcosa di più, mostrando magari film con sottotitoli in italiano per noi, e per voi in tedesco, e dare maggiore visibilità alla Svizzera italiana».
Il progetto - Per la prima volta saranno interessati dal progetto “+identità: Settimana della Svizzera italiana” tutti i licei di un cantone, più precisamente quello di Berna con i suoi dieci licei.
Il prossimo aprile si terrà presso il Gymnasium Kirchenfeld, scelto come sede principale, la cerimonia di apertura alla presenza dei Consiglieri di Stato Bernhard Pulver, Manuele Bertoli e Martin Jäger, e in ogni liceo verrà allestito un percorso per far conoscere la Svizzera italiana in tutte le sue sfumature, con un accento sulle differenze linguistiche.