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LOCARNO / ITALIAIl “magazzino di mele” svizzero, sequestrati 10 milioni di euro

20.12.16 - 12:07
L'operazione, coordinata dalla Guardia di Finanza di Brescia, è stata attuata a cavallo tra Italia e Ticino
Guardia di Finanza
Il “magazzino di mele” svizzero, sequestrati 10 milioni di euro
L'operazione, coordinata dalla Guardia di Finanza di Brescia, è stata attuata a cavallo tra Italia e Ticino

BRESCIA / LOCARNO - Usavano l’espressione “magazzino di mele”, insomma un nome in codice per indicare i conti correnti svizzeri che servivano per riciclare i soldi sporchi. Il tutto gestito da una donna di origine bergamasca, di anni 41, imprenditrice operante nel settore dell’edilizia e attualmente residente in Svizzera.

È quanto appurato dalla Procura della Repubblica di Brescia che oggi, a conclusione dell’operazione “Pecunia olet”, ha individuato la destinazione finale dei suddetti flussi finanziari, sequestrando beni e liquidità per circa 10 milioni di euro tra l'Italia e il Ticino, e più precisamente a Locarno.

Ricostruendo l’attività nel dettaglio, le autorità hanno scoperto che l’imprenditrice, assistita da alcuni familiari, ha provveduto a “svuotare” diverse società edili delle proprie risorse finanziarie attraverso trasferimenti bancari da conti italiani, verso conti svizzeri, sanmarinesi e di Singapore, in seguito intestati a società offshore gestite da fiduciarie svizzere.

Il «magazzino di mele» - Il complesso sistema di flussi finanziari ruotava attorno a quello che un fiduciario elvetico, intercettato in una conversazione telefonica, definiva il «magazzino di mele», ovvero un insieme di conti correnti che fungeva da destinazione finale per il denaro dirottato.

Contestualmente al sequestro di immobili e quote societarie, attuato dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra mobile della Polizia di Stato di Brescia, il Tribunale federale di Berna ha dato esecuzione a due provvedimenti di sequestro nell’ordine per diversi milioni di euro, emessi dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Bergamo.

L’associazione a delinquere vera e propria era invece già stata disarticolata nel 2014 nell’ambito dell’operazione “Mercato libero”, che aveva portato all’arresto di 9 soggetti, alcuni dei quali ritenuti contigui a cosche della ‘ndrangheta calabrese.

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