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LUGANOL'ex re dei postriboli: «Vivo con 3500 franchi al mese. E chiedo giustizia»

19.12.16 - 17:43
Ulisse Albertalli chiede al Tribunale cantonale un processo in tempi brevi. E racconta a tio.ch-20minuti la sua "nuova vita"
tipress
Ulisse Albertalli
Ulisse Albertalli
L'ex re dei postriboli: «Vivo con 3500 franchi al mese. E chiedo giustizia»
Ulisse Albertalli chiede al Tribunale cantonale un processo in tempi brevi. E racconta a tio.ch-20minuti la sua "nuova vita"

LUGANO. Ulisse Albertalli, 63 anni, è stanco. Una vita «di fuoco» – sorride – è costata all'ex re dei postriboli ticinesi quattro bypass, a cui si sono aggiunti, di recente, alcuni attacchi di amnesia. «Mi sono ritrovato due volte per strada senza sapere dove mi trovavo. Perdita di memoria progressiva». Proprio per questo motivo, nei giorni scorsi il pioniere delle luci rosse ha presentato una singolare richiesta al Tribunale cantonale (come riferito oggi dal Cdt): di essere processato «al più presto» per accuse risalenti al 2012, quando era gerente del Club Oceano di Grancia. Il motivo è che «nei prossimi anni potrei perdere la memoria e la lucidità necessarie ad affrontare il processo» precisa il 63enne raggiunto da tio.ch-20 minuti. 

I medici cosa dicono?

«I referti sono nella documentazione presentata dal mio avvocato. Il rischio è concreto. Quando posteggio l'auto, ormai, devo fotografarla per non dimenticare dove l'ho messa». 

La giustizia però ha i suoi tempi...

«Non lo metto in dubbio. Ma il rinvio a giudizio risale a due anni fa. Il procedimento si è arenato, si rischia la prescrizione».

Una buona cosa, di solito, per gli imputati.

«Non per me. Io mi sono sempre esposto in pubblico. Il territorio mi conosce perché non mi sono mai nascosto: sapevo di fare le cose in regola».

Le accuse però sono gravi: usura, evasione fiscale, sfruttamento.  

«Appunto: accuse con cui è insopportabile convivere. Io posso rispondere punto per punto. Mi si dia però la possibilità di farlo, finché sono in grado. Non voglio morire con questo peso». 

Si ritiene una vittima?

«Ho pagato per altri. Diversamente non farei la vita che faccio ora. Anche se la gente la immagina senz'altro più ricca di come è».

E come è?

«Ho lasciato l'Oceano senza liquidazione. Io e mia moglie viviamo con una pensione di 3500 franchi. Passo gran parte dell'anno in Spagna, per risparmiare sul costo della vita. In Ticino non potrei permettermi nulla. Ma almeno la giustizia, quella la pretendo». 

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