La regione momò ancora da bollino rosso per le polveri fini. Intanto il Governo è alle prese con un nuovo atto parlamentare in materia. L'oncologo Franco Cavalli: «I ticinesi si devono preoccupare»
MENDRISIO – «Sì, i ticinesi si devono preoccupare. Con questo traffico, il rischio di cancro al polmone crescerà sempre di più». Sono prospettive allarmanti quelle dipinte dall'oncologo Franco Cavalli. La situazione delle polveri fini nel Mendrisiotto, ed è notizia di oggi, è stata definita ancora da bollino rosso. Intanto, proprio su questo tema, il Governo ticinese è alle prese con un nuovo atto parlamentare. Dati di fatto che turbano il noto medico. «La situazione nel Mendrisiotto è catastrofica – ribadisce Cavalli –. E peggiora di mese in mese. La politica non può più ignorare la componente della salute in merito a questi aspetti».
I numeri – Stando al registro cantonale sui tumori, nella Svizzera italiana sono circa 170 all'anno i casi di tumore polmonare registrati sull'uomo, una novantina sulle donne. Complessivamente oltre 2.000 all'anno, invece, i nuovi malati di cancro (30.000 su scala nazionale). Le statistiche sarebbero stabili. Così come stabile, al primo posto tra le cause del tumore polmonare, resta il tabagismo. Al secondo, il radon. Al terzo, l’inquinamento.
Il caso del Mendrisiotto – Ed è a questo livello che si inserisce il discorso di Cavalli. «Facendo riferimento all'atlante svizzero dei tumori, si capisce come 50 anni fa la regione del Mendrisiotto contasse una percentuale molto bassa di casi di tumore al polmone. Invece adesso è tra quelle più a rischio. Il problema in Ticino è generale, comunque. E riguarda anche le altre regioni. Non dimentichiamoci che secondo un recente studio francese, l'aumento dell'inquinamento atmosferico sarebbe la quarta causa di morte in Francia. E la crescita dell'inquinamento è principalmente dovuta al traffico in aumento».
Manca la consapevolezza – Insomma, per l'oncologo la scienza non si discute. «È sempre complicato stabilire un nesso diretto. Anche perché le malattie polmonari possono insorgere a 20- 30 anni di distanza dallo sviluppo della cellula madre. A mio avviso, però, si fa ancora troppo poco per aumentare il grado di consapevolezza dei ticinesi. La classe politica, quando parla di traffico, fa raramente riferimento alle conseguenze negative che possono esserci per la salute. In Svizzera tedesca i cittadini sono molto più informati su simili aspetti. C'è una coscienza maggiore».
Un futuro sostenibile – Cavalli si aspetta risposte più concrete da parte delle autorità politiche. «Ora c’è un nuovo atto parlamentare pendente. Spero che stavolta diano peso alle questioni sollevate da chi l’ha firmato. Purtroppo sappiamo tutti che ci sono grossi interessi in ballo. E che le decisioni politiche non vengono prese in base alla scienza, bensì secondo le necessità dell’economia. Difficile però aspettare oltre. Tra qualche anno, con il completamento dei progetti ferroviari in corso, il Ticino avrà la possibilità di essere finalmente attrattivo anche a livello di mezzi pubblici. È su questo che occorre insistere».