Lo scontrino rilasciato da un noto ristorante del centro fa discutere sui social network. GastroTicino: «Così si danneggia l’immagine del nostro turismo». Il gerente: «Ho 5 chef da stipendiare»
LUGANO - Quattro franchi e venti centesimi per un espresso. Lo scontrino rilasciato dal Sass Cafè, noto ristorante di Piazza Riforma, a Lugano, sta facendo indignare il popolo del web. Che il caffè fosse sempre più caro nelle principali località della Svizzera italiana, non è una novità. Il problema, stando a GastroTicino, è un altro. «Continuiamo a farci domande su come vincere la concorrenza con l’Italia – dice il presidente Massimo Suter –. Ma poi ci sono esercenti che continuano a proporre prezzi del genere. È un vero danno per l’immagine del nostro turismo».
Un calcolo che non regge più - Ben 140 tazze. È quanto si ottiene, statisticamente, con un chilo di caffè. Considerando che le miscele al top hanno un prezzo che oscilla mediamente attorno ai 20 franchi al chilo, il costo effettivo di un espresso per un singolo esercente è di 20 centesimi. Ma è un calcolo che, secondo Guido Sassi, gerente del Sass Cafè, non regge più. «Gli affitti per noi sono sempre più cari – sostiene –. E poi c’è il personale da pagare. Il mio è un ristorante di qualità, non una caffetteria. Ho cinque chef in cucina da stipendiare in maniera corretta. A me la vendita del caffè rende poco o nulla. La abolirei pure. Però me lo chiedono. E se lo chiedono, lo devono pagare».
Manutenzione e pulizia - Sassi appare furibondo di fronte a quello che ritiene l’ennesimo attacco insensato verso la ristorazione. «Noi esercenti dobbiamo pagare anche la manutenzione dei macchinari e la pulizia del locale. Servire un espresso genera più costi rispetto al fatto di servire una Coca Cola. Questo il consumatore lo deve sempre sapere. Bisogna smetterla di fare polemiche. Anche perché in alcuni locali l’espresso costa pure di più rispetto ai nostri 4 franchi e 20».
Libero mercato - «C’è il libero mercato – ammette Suter –. E su questo non ci piove. Ogni esercente è libero di applicare le tariffe che ritiene opportune, confrontandosi con i suoi costi interni e con i prezzi applicati nella zona in cui lavora».
Moralità - Però c’è anche un aspetto su cui il presidente di GastroTicino non transige. Una questione etica. Morale. «È da anni che cerco di spiegare come certi prezzi non facciano bene alla ristorazione ticinese. Ne parlo direttamente con i gerenti. Alcuni capiscono. Altri no. In generale nei grandi centri svizzeri il prezzo di un semplice caffè oscilla tra i 3 franchi e 50 e i 4 franchi. In Ticino, dunque, il prezzo di 4 franchi e 20 può essere considerato davvero un po’ esagerato».
Ingiustizia - Il gerente del Sass Cafè, tuttavia, respinge le accuse al mittente. «Vogliamo che il personale sia pagato correttamente e che i conti delle attività quadrino, e poi facciamo ragionamenti di questo tipo? No, grazie. Non trovo per niente giusto che un cliente venga da me, si sieda per un’ora al tavolo del mio ristorante, usando il wifi gratuito, e mi beva solo un caffè pretendendo di pagarlo due franchi. Mi spiace, ma io non ci sto».