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CANTONEMafia: «In Svizzera non ci sono gli anticorpi per contrastarla»

14.09.16 - 07:59
Secondo l'esperto Nicolas Giannakopoulos, manca la volontà politica di combatterla e ormai tutto il Paese è infettato già da tempo
Foto d'archivio (Tipress)
Mafia: «In Svizzera non ci sono gli anticorpi per contrastarla»
Secondo l'esperto Nicolas Giannakopoulos, manca la volontà politica di combatterla e ormai tutto il Paese è infettato già da tempo

BELLINZONA - C'è un cancro asintomatico, che si sta diffondendo in Ticino. Non fa rumore, ma riprendendo le parole del presidente dell'associazione delle polizie comunali ticinesi Dimitri Bossalini rilasciate recentemente a «LaRegioneTicino», «sta erodendo il tessuto economico ticinese e non solo».

Questo cancro si chiama "criminalità organizzata" e «non risparmia nessuna regione della Svizzera».

Nicolas Giannakopoulos, criminologo che studia il fenomeno, fondatore dell'Osservatorio sulla criminalità organizzata a Ginevra e che ha scritto un libro sul tema, intervistato da LaRegioneTicino, afferma: «Tutte le organizzazioni criminali mondiali (siciliani, albanesi, cinesi, nigeriani, messicane...) hanno cellule in Svizzera da parecchi decenni. Non solo la mafia calabrese. Ma è solo da 15 anni che le autorità elvetiche hanno iniziato ad affrontare il problema».

La 'ndrangheta, che ha un giro d'affari stimato in 44 miliardi di euro secondo una stima Eurispes, pari quanto a multinazionali come Renault o Novartis, in Svizzera «è da 40 anni che investe e acquista immobili». Ma non solo. Le cosche calabresi puntano sugli appalti. Giannakopoulos, a tal proposito, spiega: «In Svizzera a fare la differenza, negli appalti pubblici o privati, è spesso il prezzo: chi entra con tariffe assolutamente fuori mercato recupera risparmiando sulla manodopera, sul materiale (ossia usando quello più scadente di seconda o terza mano che viene pagato una cifra e rifatturato anche dieci volte tanto) con giri di subappalti che nessuno o quasi controlla e permettono infiltrazioni mafiosi».

In Svizzera, sempre nel nome del risparmio, i controllori sono pochi e i risultati dei controlli eseguiti fanno riflettere: «l'80 % dei cantieri controllati nel Canton Vaud e il 50% a Ginevra è fuori norma».

Il problema di fondo, spiegato sempre dallo studioso del fenomeno, è che gallerie, strade, palazzi costruiti con materiale scadente potrebbero diventare un pericolo per tutti. Ma il problema è che «non interviene nessuno». Manca secondo Giannakopoulos la volontà politica nel volere contrastare il fenomeno. Il rischio che si presenta è che «le ditte sane, rispettose delle norme spariscano, lasciando sul mercato quelle legate al crimine organizzato: in vari cantoni è già così».

Un metodo per combatterla? «La trasparenza totale sulle offerte di tutti i concorrenti: mettiamole online».

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COMMENTI
 

Accor13 7 anni fa su tio
Bisogna come prima cosa inserire l'associazione mafiosa in Svizzera visto che è comprovato che il fenomeno esiste ormai da decenni! Vi pare normale che la polizia italiana ha filmato una locale di ndrangheta a Freunfield dove vi sono le voci dei mafiosi che dicono di avere le mani in pasta ovunque droga, appalti, prostituzione ecc. Infine, alcuni li hanno condannati solo in Italia per quelli invece che risiedono in Svizzera sono a piede libero per le nostre strade. I magistrati italiani

Accor13 7 anni fa su tio
Risposta a Accor13
I magistrati italiani che si occupano di ndrangheta continuano a sollecitarlo alla nostra piccola ma appetitosa Svizzera!

Hirpus 7 anni fa su tio
Colpa degli stranieri, frontalieri...

tazmaniac 7 anni fa su tio
Del resto, sembra abbiamo anche possibili passatori e quant'altro, seduti in governo ... è tutto dire, no?

siska 7 anni fa su tio
..non voglio vedere non voglio sentire e NON voglio parlare il risultato= una società gestita da marciume che ha un solo denominatore= denaro pulito o sporco non fa differenza! E poi continuano ad aumentare i costi della vita che pesa e peserà sempre sulle spalle di noi cittadini/e. E le "palle" degli altri girano sempre e comunque a dovere e piacere.

Equalizer 7 anni fa su tio
Non capisco dov'è la sorpresa, ormai è da un paio di decenni che la politica federale dimostra di NON avere attributi ogni vota che si tratta di lavorare su qualsiasi tema che abbia provenienza o relazione con l'estero e si devono mostrare i muscoli. Da Otto Stich in poi ci siamo infilati in un baratro da dove sembra non usciremo più.

Arpac 7 anni fa su tio
Società legali finanziate e sviluppate con fondi illeciti. È tardi, sul money laundering abbiamo reagito con 20 anni di ritardo.

Tiger 7 anni fa su tio
In Svizzera ci sono una miriade di cellule ospiti!

shooter01 7 anni fa su tio
Manca la volontà politica o c'è complicità politica ?

elvetico 7 anni fa su tio
Fra un po' ci conviene cambiare nome alla Nazione: Mafialand invece di Switzerland !

Benji78 7 anni fa su tio
Certo che non ci sono gli anticorpi. Si è sempre voluto fare incetta di capitali esteri senza chiedersi troppo da dove arrivano. Siamo sempre stati il parco giochi di prestanome e ricettatori. Prendiamo aziende sul nostro territorio senza porci alcuna domanda, l'importante che portino qualche introito. Le mafie navigano in questo mare di permissivismo. Sanno che non devono esagerare chiedendo il pizzo o ammazzandosi tra loro, ma che possono fare affari in modo più "pulito" e "lecito", anche perché la torta è grande e ce n'è per tutti, fino adesso. Intanto la piovra allunga i tentacoli e se un giorno ce ne sarà bisogno serrerà la presa.

ZetaCrea 7 anni fa su tio
Ma perchè creare anticorpi? Se non si è mai fatto niente (e mai si farà) è il fatto che va bene così, chi vuole (deve) mangiare, mangia. Gli devono solo dire grazie a chi è sazio e far si che continuino a mangiare. Poi dicono che è importante andare a votare pfff...già solo il fatto che esistono dei partiti in svizzera accompagnato dalla chiesa, è tutto un dire.

kavallo??STORT 7 anni fa su tio
Tutto legalizzato.

tazmaniac 7 anni fa su tio
Per forza non ci sono gli anticorpi, spesso i virus qui da noi creano leggi e siedono in posizioni importanti e/o cariche pubbliche.
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