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LUGANOMolestie sessuali al Civico. «Perchè l'ospedale non è intervenuto subito?»

01.09.16 - 10:06
Ennesima interrogazione e mozione sul caporeparto che toccava le infermiere. Le accuse: «La direzione del Civico ha voluto mettere tutto a tacere»
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Molestie sessuali al Civico. «Perchè l'ospedale non è intervenuto subito?»
Ennesima interrogazione e mozione sul caporeparto che toccava le infermiere. Le accuse: «La direzione del Civico ha voluto mettere tutto a tacere»

LUGANO - Si torna a parlare del caso di molestie sessuali perpetuato da un caporeparto dell’ospedale Civico nei confronti di personale infermieristico femminile a lui subordinato. La vicenda è stata già frutto di alcuni atti parlamentari a livello cantonale e comunale nelle scorse settimane. Come è ormai noto, l'infermiere fu licenziato dall'Ospedale Civico.

Si torna a parlare di lui tramite una nuova interrogazione e mozione a firma di Matteo Pronzini (MPS), il quale tira in ballo un interressante studio di dieci anni fa dell'Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU) sul rischio e diffusione delle molestie sessuali sul posto di lavoro. Ebbene lo studio rivelava che il 31,2 % delle donne intervistate nel corso degli ultimi 12 mesi aveva subito uno o più comportamenti potenzialmente molesti. Percentuale che saliva al 54,8 se si prendeva in considerazione l’intero arco della vita professionale delle donne. Ragazze che raramente arrivavano a denunciare l'abuso. Spesso arrivavano a licenziarsi, oppure assistevano a «un degrado dei rapporti con i colleghi e le colleghe di lavoro, il pregiudizio per le prestazioni lavorative, sentimenti di vergogna e di colpa, paura o depressioni».

Partendo da questi dati, e prendendo spunto da una recente testimonianza di una infermiera che aveva subito molestie sessuali proprio dal capo reparto allontanato, il deputato Pronzini arriva a formulare una serie di critiche alla direzione del Civico. Innanzitutto sembrerebbe le le maestranze del Civico, stando sempre al racconto della donna, fossero al corrente del comportamento del capo reparto. «Sembrerebbe che i superiori fossero al corrente, più o meno direttamente, di quanto succedesse; ma che il capo-reparto abbia goduto di un clima di omertà e di compiacente protezione». E aggiunge: «Sembra inoltre che la direzione del Civico, quando finalmente si è decisa a prendere atto della situazione di molestie sessuali, abbia atteso più di un anno prima di rimuovere il capo reparto dal suo ruolo, ciò in aperta contraddizione con le direttive consigliate in questi casi».

Insomma secondo Matteo pronzini l’impressione che l'utente ha in tutto questa storia è che «la direzione del Civico abbia voluto mettere tutto a tacere alfine di non far emergere le gravi lacune nelle misure di prevenzione».

«In quest’ottica -aggiunge ancora Pronzini - è da interpretare lo spostamento di alcuni quadri intermedi nei mesi successivi al licenziamento del capo reparto: il direttore delle risorse umane del Civico assume la direzione della sezione delle risorse umane dell’Amministrazione cantonale, una capo settore, amica del capo-reparto, è trasferita al neuro centro, trasferimento a nuovo incarico pure per il responsabile del servizio infermieristico, altro sodale del capo-reparto molestatore».

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