Chiude un altro negozio storico nella Capitale. I consigli del sindaco Mario Branda: «Piccolo commercio da reinventare, iniziamo a evitare i doppioni»
BELLINZONA - L’ennesimo negozio storico abbandona Bellinzona (e altri tre entro fine anno faranno la stessa fine). È un cuore che piange quello della Capitale. L’addio del Gourmet Resinelli in Viale Stazione fa discutere. Soprattutto per le parole rilasciate dal direttore Augusto Resinelli a Ticinonline: «Gli affari non andavano più come prima. Si soffriva». Affermazioni che non lasciano indifferente il sindaco Mario Branda. «Il piccolo commercio nel centro va reinventato – sostiene –. La situazione non è più quella degli anni ’70. Occorre cambiare rotta».
Sindaco, cosa la preoccupa maggiormente?
Ho parlato con diversi commercianti. Mi dicono che gli affitti in centro sono davvero esagerati. Troppo alti. Questo a lungo andare incide sui conti dei gerenti.
In centro da qualche tempo si notano anche vari commerci sfitti. Perché i proprietari non abbassano i prezzi in modo che qualcuno possa entrarvi?
Non vorrei che i proprietari stessero giocando sul fatto che, tra qualche anno, con l’apertura della galleria di base del Ceneri, e dunque con una maggiore “vicinanza” a Lugano, forse gli interessati a quegli spazi arriverebbero lo stesso. Disposti a rilevarli anche ad alto costo. Sarebbe perverso.
Secondo Augusto Resinelli, la gente a Bellinzona non trova posteggio e si è, quindi, ormai abituata a fare la spesa fuori dal centro. Lei cosa ne pensa?
Non mi sembra che la situazione dei parcheggi sia così grave. La realtà, anche se non è il caso di Resinelli, è che forse a Bellinzona ci sono troppi doppioni, oppure negozi fuori posto. Penso ad esempio ai tanti negozi di abbigliamento. Sono davvero tutti di qualità?
Le sue sono riflessioni pesanti…
Ma andrebbero fatte. Che i grandi centri commerciali, situati spesso in periferia, siano veleno per i piccoli negozi mi sembra lampante. Per combattere questa concorrenza occorre distinguersi, crearsi delle nicchie di mercato. Se tutti i negozi vendono prodotti simili e se tutti i bar suonano la stessa musica, è normale che prima o poi qualcuno debba arrendersi.
Dal suo punto di vista, il Municipio sta facendo abbastanza per fare fronte a questa situazione?
Abbiamo investito milioni di franchi per l’arredo di Viale Stazione e per l’area della stazione. Ci sono vari progetti turistici in ballo. E l’intesa con la società dei commercianti è buona. Siamo sempre aperti a nuove proposte. Bisogna anche essere realisti. I disagi non riguardano solo Bellinzona. Anche Lugano e Locarno si trovano in difficoltà simili. È anche un problema di congiuntura.
Cosa si sente di consigliare a chi sta valutando l'ipotesi di aprire un negozio nel centro di Bellinzona?
Deve capire se quanto vuole lanciare già esiste in qualche modo o è qualcosa di inedito. Chi arriva dopo, dovrebbe sempre chiedersi se il suo prodotto possa essere effettivamente bene accolto dal mercato. Occorre coordinarsi.