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CANTONE«Chiudere i rubinetti all'IRE»

18.08.16 - 15:10
L'UDC annuncia la presentazione di un atto parlamentare interpartitico in cui chiede il blocco dei finanziamenti dell'Istituto Ricerche Economiche
Foto d'archivio (Tipress)
«Chiudere i rubinetti all'IRE»
L'UDC annuncia la presentazione di un atto parlamentare interpartitico in cui chiede il blocco dei finanziamenti dell'Istituto Ricerche Economiche

BELLINZONA - Il direttore dell'Ire Rico Maggi ha fatto traboccare il classico vaso. Almeno secondo l'UDC Ticino. La gocciolina per i democentristi è stata l'intervista rilasciata recentemente al Caffé da Maggi, che ha parlato di un Ticino «dall'economia molto moderna, resistente alla crisi», «capace di reagire» in reazione alla notizia del tasso di disoccupazione al 3% in Ticino (dati forniti dalla Seco), leggermente inferiore rispetto al dato svizzero.

Il direttore si è potuto godere così la rivincita dopo le polemiche dovute allo studio dell'Ire commissionato dalla Seco, dal quale emergeva la mancanza del temuto effetto sostituzione tra lavoratori frontalieri e ticinesi. Il rappresentante dell'Ire, nel commentare i dati al domenicale, aveva parlato di un'economia ticinese inimmaginabile ai livelli attuali «senza l'apporto dei 50/60mila frontalieri».

Le parole di Maggi hanno suscitato reazioni politiche sia a sinistra sia a destra degli schieramenti. Graziano Pestoni, presidente dell'USS Ticino e Moesa, ha invitato Maggi a leggere la pubblicazione del 2015 dal titolo «No al dumping, analisi del mercato del lavoro in Ticino e proposte operative», in cui emerge chiara la presenza di una disoccupazione elevata, ma anche i livelli salariali al di sotto della media Svizzera, addirittura anche inferiori alla soglia di povertà. Inoltre nella pubblicazione viene rilevata la problematica della disoccupazione giovanile e delle difficoltà degli over 50 a trovare una ricollocazione.

L'UDC Ticino oggi annuncia la presentazione di un atto parlamentare attraverso il quale verrà chiesta l'eliminazione totale dei contributi e mandati cantonali diretti e indiretti «che vanno a foraggiare degli studi del tutto fallaci e più volte criticati già in passato da più fronti».

Per riuscire nell'intento, l'UDC si dice «aperta a creare un atto interpartitico, visto che le critiche su Maggi sono piovute sia da destra che da sinistra».



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COMMENTI
 

lm 7 anni fa su tio
Maggi ha analizzato le cifre nel suo insieme, a livello meramente numerico e statistico, sicché ne ha dedotto, probabilmente a ragione, che la situazione, dal suo osservatorio privilegiato, non è drammatica come alcuni si ostinano a dipingere. Tuttavia, hanno ragione pure tutte quelle famiglie, e sono molte in Ticino, che si stanno dannando per trovare un posto di tirocinio o un'occupazione definitiva ai propri figli e che di fronte alle enormi difficoltà del nostro mercato del lavoro, incapace di offrire prospettive a chi non ha maturato esperienze professionali o, all'opposto, ne ha maturate troppe e ora è considerato vecchio, troppo vecchio per un nuovo impiego, guarda all'analisi dell'IRE con forte sospetto e diffidenza. In mezzo la politica che, beninteso, ci mette molto del suo per fomentare le ansie e le paure, ma che allo stesso tempo ciurla nel manico proponendo soluzioni purtroppo impraticabili come le iniziative "prima i nostri" (lodevole, ma in contrasto con gli accordi bilaterali con l'UE) o per un salario minimo di 4'000.- . La ricetta per sopravvivere in un contesto economico drammaticamente globalizzato è, e rimane, investire nella formazione e nella scuola. Occorre convincere i giovani (e i loro genitori) a puntare maggiormente sulle discipline scientifiche e tecniche; bisogna assolutamente valorizzare, come fanno nella CH tedesca, la formazione professionale e smetterla di spingere i figli ad andare a tutti i costi al liceo o, peggio, alla Commercio di Bellinzona continuando a credere ottusamente che un apprendistato sia degradante. Oggi nessuna formazione è a fondo cieco; le passerelle permettono a chiunque è motivato e impegnato di proseguire gli studi e di specializzarsi. Piangersi addosso non serve a nulla; la Svizzera rimane un'economia dinamica e competitiva soprattutto a livello industriale e tecnologico ed è in questo settore e in questa direzione che i giovani di entrambi i sessi dovrebbero guardare.

Tato50 7 anni fa su tio
...............invece di aumentare le stime e tagliare a chi fa fatica ad arrivare a fine mese ;-(((((((((((((((

gadoal 7 anni fa su tio
Da econonista che vive nel mondo reale, posso dire che la situazione non e' proprio cosi rosea come la dipinge il nostro scienziato IRrEalista. Troppi soldi pagati in stipendi a questi geni dell'economia ticinese. Come diceva un mio professore di statistica (uno serio, non questo pseudo scienziato dell'IRE) all'universita' riferendosi alla frase di Trilussa: "se qualcuno mangia due polli, e qualcun altro no, in media hanno mangiato un pollo a testa"..., ma uno dei due ha la pancia vuota ;-)
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