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BELLINZONAViale Stazione sbarrato per l'Italia: «È discriminatorio»

28.06.16 - 15:09
Un tifoso azzurro si è lamentato del blocco: «Fino a domenica sera tutti potevano fare caroselli. Perché noi no?». Il Comandante rispedisce al mittente le accuse: «Trattamento uguale per tutti»
Lettore Tio
Viale Stazione sbarrato per l'Italia: «È discriminatorio»
Un tifoso azzurro si è lamentato del blocco: «Fino a domenica sera tutti potevano fare caroselli. Perché noi no?». Il Comandante rispedisce al mittente le accuse: «Trattamento uguale per tutti»

BELLINZONA - L'Italia ieri ha surclassato gli ex campioni in carica, volando ai quarti di finale.

Caroselli.. ma non dappertutto - I tanti italiani residenti nel Cantone hanno festeggiato l'importante vittoria con i consueti caroselli. I centri delle principali città ticinesi erano un tripudio di tricolori, tifosi in "amenissime scalmane" e colpi di clacson. Ma non a Bellinzona.

Viale Stazione sbarrato - La polizia cittadina ha infatti deciso di chiudere la strada in cui di solito si riversano i fans per festeggiare: Viale Stazione. Cosa che ha indispettito alcuni nostri lettori. «La polizia ha sbarrato ogni entrata per non permettere i caroselli dei tifosi festanti».

«È discriminatorio» - Il lettore tifoso non si capacita della scelta delle autorità visto che il viale è sempre stato aperto ai festeggiamenti. «Perché fino a domenica sera tutti potevano fare caroselli anche alle 22.00 di sera, mentre ieri ai tifosi azzurri non è stato permesso? È discriminatorio».

«Nessuna discriminazione» - Per fare un po' di chiarezza sulla situazione abbiamo contattato il Comandante della Polizia di Bellinzona che rimanda al mittente le accuse. «Non c'è nulla di discriminatorio» sottolinea Ivano Beltraminelli. «È un intervento che mettiamo in atto ogni qual volta c'è il rischio di un blocco del traffico. Il nostro intento è quello di non creare intasamenti e di mantenere libero l'accesso alla stazione». Qualsiasi sia la squadra, o la tifoseria implicata. «Il trattamento è uguale per tutti».

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