Swatch vende il terreno della Prella dove avrebbe voluto edificare un capannone produttivo. Durisch spera che non trovi l'acquirente: «In questo modo si ridiscuterebbe la pianificazione territoriale»
GENESTRERIO - «Speravo che questo momento non arrivasse». Ivo Durisch, capogruppo del PS in Gran Consiglio, non nasconde la sua preoccupazione per la decisione di Swatch di mettere in vendita il terreno di sua proprietà con tanto di licenza di edificazione in via Prella, a Genestrerio. Chi acquista avrà il terreno e la licenza di edilizia valida, in quanto già cresciuta in giudicato. «In altre parole - spiega Durisch - nessuno potrà più fare ricorso, nemmeno i vicini».
Prezzo del terreno molto alto - Sul prezzo del terreno, naturalmente, non ci sono informazioni. Si presume in tutti i casi che sia molto alto. Alcune voci dicono che Swatch abbia acquistato il terreno per una cifra molto rilevante, oltre 20 milioni di franchi, un prezzo che comunque non trova conferme ufficiali.
Il vincolo sulla vendita - L'unica magra consolazione per il rappresentante dell'associazione ambientalista "Cittadini per il territorio", che potrebbe rendere più difficile la vendita del terreno, riguarda i vincoli esistenti: «l'acquirente interessato all'acquisto del terreno di via Prella sarà vincolato al progetto che prevede l'edificazione di un capannone di tre piani con i contenuti descritti nella licenza. Altrimenti dovrà ripubblicare una nuova domanda di costruzione. E in quel caso non mancheremo di farci sentire».
«Rimettere in discussione la pianificazione industriale» - L'unica speranza di Durisch è che Swatch non trovi l'acquirente: «In questo modo avremmo la possibilità, attraverso il Consiglio Comunale, di rimettere in discussione la pianificazione territoriale». In questo modo potrebbero esserci degli spiragli per potere tutelare una delle poche zone verdi pregiate sotto il punto di vista naturalistico rimaste in un Mendrisiotto sfigurato dall'urbanizzazione.
«Il capannone non rispetterebbe la nuova LTP» - «Il terreno si trova a ridosso dei «Meandri del Laveggio», ha osservato Durisch. «Se dovesse sorgere un capannone su quel terreno sarebbe un vero peccato. Una costruzione simile non rispetterebbe la nuova Legge sulla pianificazione del territorio che prevede l'integrazione architettonica degli edifici nel paesaggio circostante. E se consideriamo che, nel nostro caso, siamo a due passi da una zona molto ricca a livello naturalistico, il danno paesaggistico sarebbe molto rilevante».