La granconsigliera Lelia Guscio multata per avere minacciato una studentessa su Facebook
BELLINZONA - Avrebbe minacciato ripercussioni su una studentessa su Facebook, ed è stata condannata a pagare una multa. La vicenda risale a oltre un anno fa, ma è venuta a galla solo mercoledì, a seguito di una "pioggia" di volantini anonimi comparsi nel liceo di Bellinzona. Un centinaio di fogli volanti che tacciano di «ipocrisia» la docente-parlamentare Leila Guscio, insegnante di inglese nell'istituto sopracenerino. L'accusa? Aver presentato un'interrogazione - in qualità di granconsigliera in quota Lega dei ticinesi - sul caso dei libri hard in prestito nelle biblioteche scolastiche, sollevato da tio.ch/20minuti a fine febbraio. Ma c'è dell'altro.
Il post - I volantini - vedi foto allegata - fanno anche accenno a una vicenda riservata attinente all'attività professionale di Guscio, e risalente al 2014. Il riferimento è a un post pubblicato su Facebook (e riprodotto sui volantini) in cui Guscio avrebbe «minacciato di morte» un'allieva che aveva fatto ricorso per una nota. In realtà, il post in questione sembrerebbe accennare a ripercussioni in ambito scolastico: «La faccio morire» scrive la docente, riferendosi appunto all'allieva in questione.
"No comment" - Da noi contattata, Guscio ha confermato di essere in possesso di una copia dei volantini, ma ha preferito non commentare. La direzione della scuola fa invece sapere che il ricorso della studentessa si è nel frattempo chiuso, e che la granconsigliera è stata già sanzionata per il post incriminato. Sul caso il Decs ha avviato un'inchiesta amministrativa conclusasi a suo tempo con una multa.
«Comportamento inaccettabile» - Dura la reazione della Sisa, il sindacato degli studenti. «Fare ricorso per una nota è un diritto di tutti gli studenti» commenta il coordinatore Zeno Casella: «Un atteggiamento simile è inaccettabile da parte di una docente e parlamentare».