Cerca e trova immobili

MINUSIO«Io, giovane ticinese, reduce dalla giungla di Calais»

23.02.16 - 19:47
Giuseppe Morreale, 29 anni, ha vissuto tra i migranti della più grande tendopoli della Francia. Che a breve potrebbe essere rasa al suolo
«Io, giovane ticinese, reduce dalla giungla di Calais»
Giuseppe Morreale, 29 anni, ha vissuto tra i migranti della più grande tendopoli della Francia. Che a breve potrebbe essere rasa al suolo

MINUSIO - Tende in mezzo al fango, sporcizia ovunque, feci negli angoli delle strade, il cielo tetro e plumbeo. E centinaia di disperati. Immagini toccanti immortalate da Giuseppe Morreale, 29enne di Minusio, reduce da alcuni giorni di volontariato tra i migranti di Calais, la più grande tendopoli della Francia. Il destino della “giungla” è appeso a un filo. La prefettura ne aveva annunciato lo sgombero, ma per ora il tribunale amministrativo di Lilla temporeggia. «A Calais - dice Giuseppe - ho visto l’inferno. Sono partito con l’idea di capire se quello che riportavano i giornali fosse vero. Purtroppo non sono stato smentito».

Il furgone della speranza - Ha preso il suo furgone e in compagnia di un amico è partito con un carico di vestiti, sacchi a pelo e coperte. Tutti beni raccolti in Ticino. «Sentivo il bisogno di fare un’esperienza forte di volontariato. Sono sempre stato vicino alla tematica dei migranti. Ho visitato anche alcuni centri nella Svizzera italiana».   

Lacrimogeni - A Calais, però, l’atmosfera è ancora più surreale. Circa 6.000 persone provenienti soprattutto dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Eritrea. Un perimetro enorme circondato dalle guardie, dalla polizia. «Mi è capitato di vedere gli agenti che lanciavano i lacrimogeni ai migranti che tentavano di fuggire. Il sogno di tutti lì era quello di scappare verso l’Inghilterra. Sono scene che mi hanno turbato».

Appoggio morale - Il ruolo di Giuseppe nella tendopoli era soprattutto quello di offrire un appoggio morale ai profughi. «Comunicavamo soprattutto in inglese. Mi sono ritrovato di fronte uomini distrutti dal punto di vista psicologico. Persone che non si sentivano più padrone del proprio destino. Questa gente ha bisogno come il pane di parole di conforto. Io trascorrevo molte ore con la popolazione della bidonville, partecipavo anche ai momenti di preghiera. Alla sera andavo a dormire in un albergo della zona, pagato di tasca mia, con gli altri volontari. Ce n’erano parecchi, provenienti un po’ da tutta Europa. I migranti invece si coricavano nelle loro tende, al freddo».

Frustrazione - All’interno del campo le donne e i bambini sono separati dagli uomini. Per Giuseppe si tratta di una scelta giuridicamente comprensibile. «In queste condizioni si vive in un clima di frustrazione e di tristezza. Poteva esserci il rischio che qualcuno perdesse il controllo e violentasse una donna. Anche se poi, in quella miseria, il sesso è l’ultima cosa a cui pensi».

Nodo alla gola - Giornate che scivolano via nella monotonia e nell’angoscia. La quotidianità nella tendopoli di Calais è vissuta con un nodo alla gola. «I migranti si sono costruiti piccoli bar abusivi in cui mangiano riso e carne o bevono qualcosa. Alcuni magari giocano a biliardo. C’è tanta noia. Sono tutti lì ammucchiati e non sanno neanche loro bene cosa fare. A volte qualcuno tenta la fuga. In pochi ce la fanno, perché è difficile superare i controlli». 

Miraggio inglese - Ma anche per chi riesce a sottrarsi alla polizia, la strada resta comunque in salita. «L’Inghilterra ha chiuso le frontiere. E per entrarvi bisogna fare ricorso a trafficanti senza scrupoli che arrivano a chiedere anche 10.000 euro come compenso».

Un'esistenza normale - Igiene carente, temperature gelide, le code per ricevere il cibo o i medicinali, depressione a 360 gradi. Giuseppe, nonostante il ritorno in Ticino, è ancora scosso. «Chi non vede certe cose dal vivo forse non può capire. La mia sensibilità è aumentata ulteriormente dopo questa esperienza a Calais. Penso che tutte le persone abbiano il diritto di avere un tetto e un pasto caldo. A noi svizzeri non manca nulla, la nostra massima preoccupazione è quella di pagare le fatture. Forse bisognerebbe rendersi conto del fatto che c’è gente che non può neanche lontanamente immaginarsi un’esistenza normale».   

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

GIGETTO 8 anni fa su tio
L'unica cosa interessante di questo articolo risulta essere la demolizione di questa fogna!!

mgk 8 anni fa su tio
Be poteva andare a lampedusa cosi oltre ai migranti vedeva puri i parenti...

tazmaniac 8 anni fa su tio
//Anche se poi, in quella miseria, il sesso è l’ultima cosa a cui pensi».// ahe, vero, chiedere a Colonia e a tutti gli altri posti dove in effetti, l'ultima preoccupazione era questa ...

elvetico 8 anni fa su tio
Sembra che in Saudi Arabia ci sia una tendopoli d'avanguardia più che sufficiente ad ospitare tutti i migranti seguaci di Maometto e figli di Allah. Europa svegliati e mandali lì questi disperati che da noi non potranno MAI vivere bene e creeranno un sacco di problemi visto che l'Islam non è proprio compatibile con la civiltà dell'Occidente ! Invece di sprecare miliardi dei contribuenti europei fai accordi con la Saudi Arabia: esempio: ti comperiamo petrolio in cambio ti prendi i tuoi figli islamici e islamisti e li mantieni, dopotutto non ti mancano i soldi ! Kakkio, che ci vuole ?

Lonely Cat 8 anni fa su tio
Risposta a elvetico
L'Arabia Saudita ha già detto che non ne vuole. Mi spiace, ma gli unici fessi rimasti sul globo siamo noi! :)

elvetico 8 anni fa su tio
Risposta a Lonely Cat
Hai ragione ! Il fatto è che a Bruxelles ci sono dei mentecatti oltre che in materia di immigrazione di massa islamica, anche in tutto il resto, e a Berna degli apallici. Alla fine la UE: o crolla miseramente per incapacità manifesta di riformarsi e di difendere i valori occidentali oppure ha un incredibile quanto improbabile (infatti incredibile perchè non ci credo) coup-de-gueule: carica su voli charter questa massa di immigrati islamici e li scarica in Saudi Arabia, sia essa d'accordo o no. Al punto in cui siamo giunti non ci sono altre soluzioni se vogliamo che l'Europa si salvi.

Lonely Cat 8 anni fa su tio
Risposta a elvetico
Buona la prima ;)

Emu 8 anni fa su tio
Ma qualcuno le fatture dovra pur pagarle, forse al giovane volontario gliele paga qualcun altro.

Lonely Cat 8 anni fa su tio
"Alcuni magari giocano a biliardo." Ma come? Dalla descrizione del posto sembra una fogna a cielo aperto. Però ci sono i tavoli da biliardo? Mah, come sempre questi racconti fanno acqua da tutte le parti.

Arpac 8 anni fa su tio
Pur con tutta la sensibilità di questo mondo. Non ci vuole un professore dei Geopolitica per comprendere i meccanismi in atto. Per ché i migranti non chiedono aiuto in Giordania, Libano o Iraq? Risposta: "non c'é più posto" ... Perché si guarda solo all'europa dividere la "quota" migranti? Suggerirei che l'ammontare ttale delle domande venga divisa con gli Stati uniti così da fargli passare la voglia di giocare al "destabilizzatore folle". Non é una questione di umanità, é una questione di obiettività. La situazione non é sostenibile. E se lo dice anche il papa, sarà vero, no...?

GIGETTO 8 anni fa su tio
E chi se ne frega!!!!!!

GI 8 anni fa su tio
Questo il risultato di una politica "laissez faire" a favore di un immane (e immenso) traffico di esseri umani...con un giro d'affari (sic !) mostruoso.....Il "baffetto" a confronto un ingenuo....
NOTIZIE PIÙ LETTE