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CANTONE"Pesce del nostro lago", ma che arriva dall'Estonia

28.01.16 - 11:10
Il Laboratorio cantonale mette in guardia i buongustai. "Episodi rari, ma che alla lunga gettano discredito su una certa ristorazione"
"Pesce del nostro lago", ma che arriva dall'Estonia
Il Laboratorio cantonale mette in guardia i buongustai. "Episodi rari, ma che alla lunga gettano discredito su una certa ristorazione"

LUGANO - Il cliente di ristoranti o altri esercizi pubblici ticinesi che decide di uscire a pranzo o cena alla ricerca di materie prime "locali", "del territorio", "della Valle", "a km-zero" o altro, deve fare attenzione.

A mettere in allerta i buongustai ticinesi arriva il Laboratorio cantonale che, a seguito di alcuni controlli, segnala di aver riscontrato diversi casi di "non conformità".

Dopo la campagna ispettiva svolta nel 2014 nel Luganese nell'ambito della rassegna "Sapori in liberta", l'ispettorato delle derrate alimentari del Laboratorio cantonale ha verificato nel 2015 la situazione in ristoranti del Bellinzonese e 3 Valli che hanno aderito alla Rassegna "Maggio Gastronomico".

Presso una quindicina di ristoratori, oltre ai normali "controlli di igiene", è stata verificata l'origine di sessanta materie prime su cui "faceva leva" la promozione pubblicitaria sul sito o nella brochure dedita all’evento.

Le verifiche hanno mostrato che 9 ristoratori su 10 servivano effettivamente quello che il cliente si aspettava. In un "piccolo" 7% di casi, non trovando la materia prima in Ticino o avendo esaurito le scorte (per il successo del piatto), l'oste ha pensato di ovviare con prodotti provenienti dalla Svizzera.

"Una non conformità, quella di aver dato informazioni non veritiere al cliente, che - spiega il Laboratorio cantonale - avrebbe potuto essere evitata con poco (p.es. una lavagna appesa nel ristorante, un foglio supplementare inserito nel menu, con indicato "Caro cliente, purtroppo chi è arrivato prima di te ha mangiato tutto il nostro ..... Ticinese. Quello che vorrai ricevere nel piatto proviene da ....")".

In un 5% dei casi l'esercente ha servito prodotti italiani, in un caso prodotti provenienti dalla UE (non italiani). Nei casi di manifesto inganno si è aperta una procedura contravvenzionale.

Il Laboratorio cantonale, a titolo d'esempio, fa riferimento a una segnalazione ricevuta in passato e riguardante l'offerta  di un menu di "pesce persico fresco del nostro lago" in pieno periodo di divieto di pesca. Dalle verifiche effettuate era emerso che il pesce proveniva dall'Estonia. "Certamente episodi singoli - sottolinea il Laboratorio - che possono tuttavia alla lunga gettare discredito sulla serietà dei promotori e della maggior parte degli osti aderenti a queste rassegne".

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COMMENTI
 

TI.CH 8 anni fa su tio
Inutile tirare il sasso nello stagno a far onde. FUORI I NOMI.

mgk 8 anni fa su tio
E il piu grande macello lombardo chiuso nessuno ne parla....

tazmaniac 8 anni fa su tio
e poi lamentatevi perché la gente va in Italia ... ma andate a .... pescare ...

aquila bianca 8 anni fa su tio
Estonia.... naaahhhhh... ;o) Sarebbe stato meglio la Lettonia.... Il pesce persico "tenuto" in Riga.... da meno problemi... ;xD

GI 8 anni fa su tio
ma, scusate, se sono proprietari del lago in Estonia, dov'è il problema ??

francox 8 anni fa su tio
Già che hanno scoperto chi truffa il cliente, non sarebbe il caso di mettere a disposizione una lista? Non solo a tutela del cliente stesso, ma specialmente di chi lavora con onestà.

miba 8 anni fa su tio
,,,e pensare che nel mondo ci sono milioni di persone che soffrono la fame... Siamo proprio nel paese del Bengodi......
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