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CHIASSOVia Odescalchi chiede aiuto

09.10.15 - 19:44
Disagio, disoccupazione, mancanza di prospettive. Il fatto di sangue di Chiasso riporta alla ribalta la realtà di un quartiere difficile. Il sindaco: "Presto incontro con il Cantone"
Foto Ticinonline
Via Odescalchi chiede aiuto
Disagio, disoccupazione, mancanza di prospettive. Il fatto di sangue di Chiasso riporta alla ribalta la realtà di un quartiere difficile. Il sindaco: "Presto incontro con il Cantone"

CHIASSO - Quando in Ticino si parla di periferie difficili, di degrado sociale legato a disoccupazione e povertà, si tende a relativizzare e si sorride pensando a certe realtà metropolitane del Vecchio Continente.

"Risse all'ordine del giorno" - Eppure, evitando in tutti i modi di paragonare via Odescalchi con Quarto Oggiaro o le banlieue parigine, in quella strada di Chiasso a ridosso del confine, il degrado visto non lascia indifferenti. A parlarci di disagio, di disperata quotidianità, di angoscia per il futuro dei propri figli sono stati proprio gli inquilini stessi della palazzina all'esterno della quale, giovedì sera, si è consumato il fatto di sangue di cui oggi hanno riferito tutti media ticinesi. Ci hanno riferito di di spaccio, di prostituzione, di risse che si consumano all'ordine del giorno nell'ormai indifferenza generale.

"Me ne voglio andare, lo voglio fare per i miei figli" - Abbandonati a loro stessi e, sempre stando a quanto ci hanno raccontato, costretti a vivere in quel posto, perché in assistenza. "Sono le autorità cantonali ad assegnarci questi appartamenti. Gli affitti vengono pagati dallo Stato". Una madre di famiglia ci racconta di volersene andare e di avere presentato una domanda al Comune recentemente. "L'ho fatta per i miei figli che vanno ancora a scuola. Crescere in questo posto non è il massimo della vita".

Nelle cantine i gabbiotti diventano giacigli per dormire - Questa mattina siamo scesi negli scantinati e nel parcheggio sotterraneo della palazzina. Come abbiamo già riferito in precedenza, quanto visto non ha nulla a che fare con gli standard elvetici di decoro e pulizia. La porta della lavanderia senza maniglie, gabbiotti delle cantine usati a mo' di giaciglio, materassi per terra. Nel garage sotterraneo, la rampa è inaccessibile. La polizia ha steso il nastro bianco e rosso e l'uscita risulta inaccessibile. Sotto il nastro una fila di carrelli della spesa che funge da barriera, mentre accanto ad essa una montagna di sacchi neri della spazzatura. L'odore di rifiuti pervade tutto il garage e si infiltra nelle cantine e nella lavanderia comune.

"Rifiuti gettati dalla finestra" - Una signora, da molti anni residente in uno degli appartamenti della palazzina, ci racconta addirittura di inquilini che "gettano rifiuti dalla finestra". E dando un'occhiata nella parte posteriore dello stabile, si notano, come abbiamo documentato, lattine di birra e pacchetti di sigarette vuoti sparsi per terra un po' ovunque. "Di sera qui dietro si riempie di gente che beve birra", ci racconta un'altra signora.

Via Odescalchi, quali miglioramenti? - Eppure anni fa le autorità chiassesi, sindaco in primis, avevano avviato una nuova politica volta a riqualificare l'arredo urbano per rilanciare l'attrattiva dei quartieri periferici di Chiasso, tra cui Via Odescalchi e via Soldini. Sfogliando un vecchio prospetto del PLR chiassese, tra i punti riguardanti i traguardi raggiunti durante la legislatura tra il 2008 e il 2012, vi era anche la "riqualifica del quartiere via Odescalchi". Passeggiando per la via è difficile trovare tracce di grandi miglioramenti. 

Il sindaco Colombo: "Ascensori rotti e non riparati, anziani bloccati in casa" - Moreno Colombo ha annunciato l'aumento dei controlli e la richiesta, insieme ai sindaci di Morbio Inferiore e di Vacallo, di un incontro con le autorità cantonali preposte per affrontare la problematica riguardante l'elevato numero di persone in difficoltà provenienti da un po' tutto il Cantone. Persone che, una volta arrivate a Chiasso, avanzano subito la richiesta di assistenza. "Anche Morbio e Vacallo cominciano ad avere palazzi pieni di queste persone", osserva il sindaco, che sottolinea lo sforzo del Comune per riportare decoro nel quartiere, reso vano da una situazione molto difficile e dal lassismo di chi dovrebbe occuparsi dell'amministrazione dello stabile di via Odescalchi. Il dito è puntato, infatti, contro il proprietario del palazzone in cui siamo stati, di cui abbiamo documentato il degrado e dove abitava la vittima della sparatoria. "Ci sono cittadini che abitano in quel palazzo - racconta Colombo - che mi telefonano dicendomi che devono stare in casa con il cappotto perché non sono accesi i caloriferi. I pompieri sono dovuti intervenire perché gli estintori non avevano ricevuto la manutenzione necessaria. Addirittura vi sono stati casi in cui gli ascensori sono rimasti rotti per lungo tempo senza che l'amministrazione si interessasse del problema. Alla fine sono dovuti intervenire i servizi di aiuto sociale del Comune per portare da mangiare agli anziani inquilini che, vista la loro età, non potevano muoversi". "Un'amministrazione - ha continuato Colombo - "che non adempie ai suoi compiti in modo tempestivo. Dovrebbe dimostrare una volontà di gestire in modo corretto un immobile che ha pochissimo valore locativo, ma che applica prezzi delle pigioni troppo alti, ossia il massimo che assegna il Cantone per chi è in assistenza. Io è da tempo che sto cercando di far capire alle autorità cantonali che non si possono assegnare le stesse somme uguali per tutto il territorio cantonale. 1.100 franchi di affitto in via Odescalchi sono troppi. Ma sono quei 1.100 franchi che il cantone assegna a tutto il cantone per una persona singola. Due locali in via Odescalchi a Chiasso non hanno lo stesso valore locativo che due locali in centro a Lugano".

Più cocaina qui che a Bogotà - Oggi, all'improvviso, via Odescalchi è di nuovo tornata prepotentemente agli onori della cronaca. E questa mattina c'è stato qualcuno che ce l'ha fatto notare, non senza un pizzico di polemica: "Qui c'è più cocaina che a Bogotà. Dovevate arrivare prima voi giornalisti, forse così facendo li avrebbero mandati via".

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