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BIASCARicovero d'urgenza per un bimbo punto da un'ape

18.09.15 - 08:18
Choc anafilattico per il piccolo. La mamma: "Forse è allergico". Il medico: "Caso raro". Ma durante la vendemmia i rischi aumentano
Foto Fotolia
Ricovero d'urgenza per un bimbo punto da un'ape
Choc anafilattico per il piccolo. La mamma: "Forse è allergico". Il medico: "Caso raro". Ma durante la vendemmia i rischi aumentano

BIASCA - Ha rischiato davvero grosso un bimbo di 5 anni recentemente punto da un'ape mentre correva a piedi nudi nel suo giardino di casa, a Biasca. Problemi di respirazione e di deglutizione, uno choc anafilattico che subentra un quarto d'ora dopo l'episodio. Poi, la corsa in ospedale con l'ambulanza. Ora il bambino sta bene. Ma la mamma stessa ammette: "È stato tremendo. I medici stanno cercando di capire se mio figlio è allergico o se si tratta di una reazione di tipo tossico".

Dolce uva - In Svizzera circa un bambino su quattro viene punto una volta all'anno da imenotteri (api, vespe, calabroni). Tra lo 0,4 e lo 0,8% ha reazioni gravi. E tra i periodi più a rischio c'è proprio quello settembrino della vendemmia. "Perché questi insetti - sottolinea Giovanni Ferrari, caposervizio di allergologia agli ospedali di Bellinzona e Lugano - sono attratti dalla dolcezza dell'uva matura. Va detto che gli adulti sono cinque volte più sensibili alle punture. Ogni anno in Svizzera muoiono tra le 3 e le 4 persone per le punture di imenotteri. Le persone più a rischio restano gli anziani".

Siringa d'emergenza - Una notte sotto sorveglianza. E in seguito il rientro a domicilio. Il bimbo di Biasca resta comunque un sorvegliato speciale. "Mio figlio - riprende la mamma - deve sempre avere a portata di mano una siringa di adrenalina. Nel caso in cui venisse ancora punto e dovesse manifestare i primi sintomi dello choc, andrebbe fatta subito un'iniezione per aprire i bronchi e alzare la pressione".

Reazioni - La reazione allergica provocata dalla puntura di un imenottero può essere locale, ma anche sistemica. "Ad esempio - riprende Ferrari - può sfociare in orticaria, in gonfiori, in problemi respiratori e, nelle situazioni peggiori, in uno choc anafilattico". L'episodio accaduto a Biasca rappresenta dunque una rarità per un bambino. "Solitamente - conferma il medico - questo genere di reazione avviene con gli adulti. Le allergie spesso subentrano dopo diverse punture e con il passare degli anni".

Esami - Ad avere provocato lo choc anafilattico al bimbo di Biasca potrebbe essere stata, tuttavia, anche una reazione tossica. Saranno gli esami fatti dai medici a stabilirlo con esattezza. "Il veleno di un'ape - fa notare Ferrari - contiene sostanze che possono portare a problemi cardiaci o ematologici. Ad esempio a un infarto o ad anemie".

Terapia - Se il paziente è allergico, solitamente è curato con una terapia particolare. "Soprattutto - conclude il medico - per chi ha una reazione grave. Si agisce in un'ottica di desinsibilizzazione. Il veleno dell'ape o della vespa viene iniettato sotto cute, inducendo dapprima tolleranza e, in seguito, immunità nel paziente. E così piano piano si abitua e può guarire".

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