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LUGANOAl LAC il tappeto rosso è per tutti

12.09.15 - 18:02
Sul palco allestito per l'occasione, le autorità hanno tenuto i discorsi ufficiali d'inaugurazione del nuovo centro culturale
tio/pda
Al LAC il tappeto rosso è per tutti
Sul palco allestito per l'occasione, le autorità hanno tenuto i discorsi ufficiali d'inaugurazione del nuovo centro culturale

LUGANO - È stato il direttore artistico Gagnon ad aprire le celebrazioni ufficiali del LAC. Salutando gli spettatori dal palco allestito per l'occasione, tra cui molti esponenti politici, della cultura, della società e dell'economia cantonali, Gagnon ha lasciato la parola a Giovanna Masoni Brenni, che ha espresso la sua piena soddisfazione per la nascita di un centro culturale "senza barriere né ideologie", punto fermo in un contesto elvetico in cui la Svizzera italiana rappresenta una minoranza. "Il LAC è solo un neonato - ha detto Masoni - ma è il luogo identitario della Svizzera italiana". La municipale ha ringraziato - come ha fatto stamattina - "tutti coloro che hanno voluto il LAC, si impegnano e si impegneranno per esso". La vicesindaco chiede infine di avere cura per questo centro culturale "di tutti" e quindi anche pazienza.

Dopo Masoni, a lungo applaudita dal numeroso pubblico accorso nella nuovissima piazza Bernardino Luini, è stato il turno del presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, che ha ribadito l'importanza di un'offerta culturale di primo livello in un Ticino tradizionalmente diviso in diversi centri cittadini, ma proiettato in un futuro in cui, con l'apertura della linea ferroviaria veloce Alptransit, le distanze si ravvicineranno e trasformeranno ulteriormente il nostro cantone.

Dopo la voce istituzionale cantonale, in rappresentanza della Confederazione e del ministero della cultura, ha parlato Isabelle Chassot - in lingua francese e italiana - descrivendo un centro "che guarda al futuro, specchio di una società svizzero - italiana in fermento a livello sociale e culturale". Una Lugano che offre molto culturalmente, dall'Osi al progetto Martha Argerich, e diventa ponte tra le culture nella necessità di dialogare tra le diverse regioni linguistiche. "Il LAC abbatte ogni barriera culturale. Non sarà elitario, ma destinato e aperto a tutti. Lugano ha dimostrato che quando si unisce può fare e offrire molto ,e questo è un regalo per tutta la Svizzera".

Infine è stato il turno del sindaco di Lugano, Marco Borradori che ha parlato di un quartiere rinnovato, centro di possibilità meravigliose per gli artisti locali. "Un LAC che ci può far crescere, sognare, sviluppare il nostro senso critico ed essere un po' più liberi" -ha detto Borradori - che ha identificato la cultura come l'ultima freccia dell'arco che mancava a Lugano. Il Sindaco ha parlato, come ha fatto Isabelle Chassot - di svolta e di un cuore pulsante di una città che si pone al centro tra la cultura italofona e germanofona. Borradori ha ribadito l'invito a non aver paura, come Icaro, di andare troppo in alto e bruciarsi le ali: "sarà un volo tranquillo, ma proficuo". "Che il LAC possa diventare un farò, di luce intensa a livello locale, nazionale e, perché no, internazionale. 

"Al LAC il tappeto rosso non è solo per i vip, ma per tutti voi", ha concluso il direttore artistico canadese in chiusura delle celebrazioni ufficiali.

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