Cerca e trova immobili

CANTONE"Vi racconto la mia Crimea, terra sconsigliata da tutti"

18.05.15 - 12:23
Contro le indicazioni del DFAE un 37enne di Caslano vola in una terra "difficile" e riporta le sue impressioni
Davide Ronconi
"Vi racconto la mia Crimea, terra sconsigliata da tutti"
Contro le indicazioni del DFAE un 37enne di Caslano vola in una terra "difficile" e riporta le sue impressioni

LUGANO - Il teso clima politico in Ucraina e l’annessione della Crimea da parte della Russia non hanno mancato di suscitare indignazione da parte delle Istituzioni in Svizzera. Per il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), il Paese ad oggi resta pericoloso al punto da sconsigliarne i viaggi in molte zone. Tra queste c'è la Crimea, dove, la scorsa settimana, si è recato Davide Ronconi, informatico ticinese.

"Ho deciso di visitare la Crimea per sfidare in un certo senso la posizione tenuta dall'occidente nella questione ucraina, e per provare che molte cose raccontate dalla stampa non sono vere.Quando ho detto ad amici e colleghi che andavo lì, la reazione comune è stata: "Ma sei sicuro, non è una zona pericolosa?" o addirittura, "vai forse in guerra?", racconta.

Incoscienza, atto coraggioso? Quel che è certo è che il 37enne ha scelto, a suo rischio e pericolo, di addentrarsi in una regione dove si sono registrati numerosi morti e feriti in seguito ai tumulti e agli scontri violenti tra dimostranti e forze di sicurezza scoppiati dopo il 18 febbraio 2014. Il rischio di scontri violenti e attentati, per il DFAE, non può ad oggi essere escluso in tutto il Paese. Il 22 febbraio 2015, una bomba a Charkiv ha causato morti e feriti.

L'inizio da Mosca - A qualche centinaio di chilometri da qui inizia il viaggio di Ronconi, e più precisamente dalla capitale russa. "Per immergermi nell'atmosfera russa ho dapprima visitato Mosca, megalopoli che mi ha sorpreso in positivo, davvero splendida. Poi ho preso un volo diretto a Simferopoli, capitale della Crimea. Il suo aeroporto, piccolino e per la verità un po' sgangherato, accoglieva viaggiatori provenienti da diverse parti della Russia, pure dalla Siberia".

All'arrivo il viaggiatore incontra i primi problemi. "Una volta atterrato mi sono reso conto che il mio cellulare con SIM svizzera non funzionava: le sanzioni occidentali non sono un'invenzione".

Nonostante questo l'aria che Ronconi respira è serena. "Dentro e fuori dall'aeroporto l'atmosfera era tranquilla, nulla che facesse pensare ad una zona occupata militarmente dai russi. Con un piccolo bus mi sono diretto a Yalta, cittadina turistica affacciata sul mar Nero, vera perla di questa regione".

Il ticinese non scorge il clima di tensione, e di occupazione, che si immaginava dalle informazioni ricevute tramite i media. "Per le strade la vita sembra trascorrere in maniera assolutamente tranquilla e normale. Non si vede l'esercito, non si vede una particolare concentrazioni di polizia, ed i turisti, praticamente solo russi, si godono beatamente le loro vacanze".

I primi problemi - Nonostante questo le tensioni con l'occidente si percepiscono in altro, in modi più "sottili": "In hotel ho dovuto pagare in contanti, in rubli. Le carte di credito emesse da istituti non russi sono bloccate. Anche il mio account di posta elettronica Gmail non funzionava. Venivo informato che l'accesso era bloccato in paesi come Cuba, Iran, Corea del Nord, Sudan e Siria. Un bel modo modo per isolarsi dal mondo, ho pensato".

Disagi sì, ma tutto sommato il nostro viaggiatore pare cavarsela. "Avevo letto che per un turista occidentale sarebbe stato praticamente impossibile visitare questa regione; niente di più falso. A Yalta ho visitato il palazzo di Livadia. Poi le altre principali attrazioni turistiche della zona. Quindi mi sono recato a Sebastopoli, dove il 9 maggio si sono tenuti numerosi eventi per celebrare il 70° anno del giorno della vittoria, in Russia sentitissima ricorrenza che ricorda il trionfo sul nazismo. Uno svizzero può sentirsi magari a disagio vedendo tutti questi richiami bellici, evocati ancor di più nella parata militare a cui ho assistito il giorno stesso. Bisogna però comprendere che i russi hanno sacrificato 27 milioni persone in questo terribile conflitto, e dopo 70 anni il ricordo è ancora fortissimo".

Una buona impressione - Insomma, l'amor patrio in Russia pare aver conquistato il viaggiatore ticinese: "Ho visto tanta gioia, sentimenti positivi e voglia di trascorrere una vita più normale e pacifica possibile.In Crimea di Ucraina è rimasto ben poco, a parte le targhe delle automobili. Non ho visto sventolare una bandiera giallo-blu. Ho letto che il dissenso da parte delle minoranze tartare (turcofoni mussulmani) ed ucraine venga stroncato sul nascere, e chi non gradisce la vita qui, o se ne va via, oppure se ne sta zitto".

In qualche modo, per Ronconi, questa repressione è giustificata a favore di una, quantomeno presunta, pace: "Capisco che secondo i nostri standard di democrazia tutto ciò non sia visto bene, ma il fatto è che si vogliono assolutamente impedire disordini per il bene della maggior parte della popolazione. Per concludere, nonostante il dipartimento federale degli affari esteri sconsigli di recarsi qui, non posso fare altro che consigliare di visitare la Crimea".

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE