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MEZZOVICOLa Casram precisa: "Le 45 ore settimanali le hanno decise i lavoratori"

16.04.15 - 11:09
La Casram precisa: "Le 45 ore settimanali le hanno decise i lavoratori"

MEZZOVICO - La presa di posizione della Casram non si è fatta attendere. Il direttore Antonio Brina ha spiegato che la decisione di estendere le 40 ore di lavoro ad ulteriori 5 ore è dovuto all'abbandono della soglia minima del cambio da parte della Banca Nazionale Svizzera, e che l'azienda si è attenuta al contratto collettivo nazionale che permette di adottare per un periodo limitato deroghe al normale orario di lavoro. La proposta delle 45 ore settimanali è stata sottoposta a votazione a tutto il personale, proposta che è stata approvata democraticamente a maggioranza: 23 favorevoli, 17 contrari e 2 astenuti.


Qui di seguito il comunicato stampa della Casram:

In virtù della situazione venutasi a creare con l’abbandono della soglia minima del cambio da parte della Banca Nazionale Svizzera, anche Casram SA, come la gran parte delle aziende, si trova a dover gestire al meglio la situazione creatasi.
Casram SA aderisce da tempo immemore al contratto collettivo nazionale della Swissmem relativo all’industria metalmeccanica. Tale contratto nazionale permette, in situazioni particolari e comprovata perdita di competitività delle aziende, di adottare per un periodo limitato, deroghe al normale orario di lavoro Art. 57.4 comma 4 sino ad un massimo di 45 ore settimanali. Inoltre l’art. 57.1 del “Commento al contratto collettivo di lavoro dell’industria metalmeccanica” cita: “Non vi è nessuna disposizione o obbligo in merito a forme di compensazione o contropartite”.

Dopo aver seguito la prassi procedurale così come definita dal contratto cioé con il coinvolgimento della commissione del personale e dei sindacati UNIA e OCST, dando evidenza di quanto affermato, non si è arrivati ad un accordo per l'introduzione della deroga prevista, cioè del passaggio a 445 ore settimanale limitatamente ai nove mesi invece dei 15 previsti dal contratto collettivo, per poi tornare all'orario normale di lavoro.

Visto l'esito inconcludente dei vari incontri, la direzione ha deciso di sottoporre a votazione a tutto il personale se accettare la proposta, vedi sopra, o in alternativa non introdurre nessun provvedimento.

E' stata quindi in data 26 febbraio 2015 indetta la votazione alla presenza dei sindacati. La proposta dell'azienda è stata approvata democraticamente a maggioranza, 23 favorevoli e 17 contrari e 2 astenuti: si è quindi introdotto il nuovo orario di lavoro a partire dal 9 marzo.

Nella fattispecie un collaboratore, nonostante il tutto sia stato fatto all'interno del contratto collettivo nazionale e dopo votazione democratica e alla presenza dei sindacati, si è rifiutato di seguire il nuovo regolamento temporaneo dell'orario di lavoro.

Dopo due richiami scritti senza esito è stata inoltrata regolare disdetta di lavoro per motivi disciplinari (anche in questo caso è stata seguita la prassi del contratto collettivo)

facciamo presente che tale misura è stata introdotta temporaneamente solo ed unicamente per mitigare la perdita di competitività legata al cambio in quanto, rispetto ad altre aziende, non abbiamo cali di lavoro, altrimenti avremmo introdotto la disoccupazione parziale. Non sono neanche previste altre misure come ad esempio riduzioni di salari, licenziamenti o altro.

 

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