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CANTONESanzione americana, nessun impatto sugli investimenti di BSI

31.03.15 - 18:55
Coduri: "Gli accantonamenti che hanno pesato sull'esercizio 2014 corrispondono alla somma della sanzione inflitta dalle autorità americane nell'ambito del programma di regolarizzazione fiscale"
Sanzione americana, nessun impatto sugli investimenti di BSI
Coduri: "Gli accantonamenti che hanno pesato sull'esercizio 2014 corrispondono alla somma della sanzione inflitta dalle autorità americane nell'ambito del programma di regolarizzazione fiscale"

LUGANO - BSI non prevede di ridurre i propri investimenti: gli accantonamenti che hanno pesato sull'esercizio 2014 corrispondono alla somma della sanzione inflitta dalle autorità americane nell'ambito del programma di regolarizzazione fiscale, ha detto oggi il CEO Stefano Coduri nel corso di una conferenza telefonica.

La BSI, che ha partecipato al programma di regolarizzazione nella categoria 2, ha annunciato ieri sera la conclusione di un accordo di non perseguimento penale con il Dipartimento della giustizia americano (DoJ), in base al quale l'istituto ticinese dovrà versare 211 milioni di dollari per porre fine alla vertenza con il fisco degli Stati Uniti.

Secondo il DoJ, BSI gestiva circa 3500 conti di clienti imponibili negli Stati Uniti dichiarati o no. Nell'agosto del 2008 i patrimoni in gestione arrivavano a 2,78 miliardi di dollari. La multa ammonta quindi all'8% dei capitali gestiti, una parte dei quali erano comunque dichiarati, ha notato Coduri. Inoltre, a suo parere, il fatto che una grande parte dei clienti di BSI abbiano confessato di persona i loro 'peccati fiscali' ha sicuramente contribuito a ridurre l'ammontare della sanzione, il cui calcolo è "estremamente complesso".

Il CEO ha precisato che sarà la Banca a pagare la sanzione e non il suo proprietario. Il gruppo italiano Generali ha annunciato l'estate scorsa la vendita di BSI alla brasiliana BTG Pactual, che sarà conclusa alla fine del primo semestre di quest'anno. La somma versata alle autorità americane sarà dedotta dal prezzo di acquisto convenuto in luglio (1,5 miliardi di franchi).

Per quanto riguarda l'impatto sulla reputazione dell'istituto, Coduri ha tenuto a ricordare che il contenzioso fiscale americano non è "un problema specifico di BSI" e che tocca un buon numero di protagonisti della piazza finanziaria elvetica. "La strategia di BSI in questo dossier è stata quella di cooperare pienamente sia con le autorità svizzere sia con quelle americane", ha precisato il CEO.

"La maggior parte dei conti incriminati provengono dall'acquisizione di Banca Unione di Credito e di Banca del Gottardo", ha da parte sua assicurato Alfredo Gysi, presidente del consiglio di amministrazione della BSI.

ats awp

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