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CANTONECalano i danni causati dagli ungulati, ma l'attenzione resta alta

06.02.15 - 15:06
Calano i danni causati dagli ungulati, ma l'attenzione resta alta

BELLINZONA - Sono stati presentanti oggi i dati dei danni causati dagli ungulati alle colture agricole ticinesi nel 2014.

L'Ufficio cantonale della caccia e della pesca rileva che i danni ammontano in totale a circa 757mila franchi. Una cifra sempre alta, ma significativamente più bassa rispesso al 2013 (-42%). Lo scorso anno si sono persi circa 50mila chili di uva (-50%), circa 1’600 quintali di mais (-47%) e sono stati danneggiati circa 65 ettari di prati (-35%).

I cervi hanno causato il 64% del danno (pari a 480mila franchi), mentre a cinghiali (27%) e caprioli (9%) è imputabile la quota restante. La coltura più toccata è la vite (50%, in diminuzione del 9% rispetto al 2013), seguita dai prati da sfalcio (30%), mais (12%) e verdure (8%). Rispetto al 2013 sono diminuiti considerevolmente i danni nei vigneti e nel mais.

La regione del Monte San Giorgio resta l'osservata speciale a causa dei danni troppo elevati rispetto al resto del Cantone. Per questo motivo si è deciso per la riapertura della caccia.

I dati globali per il 2014 mostrano un'ulteriore diminuzione delle catture per il camoscio, specie da salvaguardare maggiormente, mentre per cervi e cinghiali l'Ufficio della caccia e della pesca afferma che "va mantenuta una forte pressione venatoria, allo scopo di diminuirne le popolazioni e di riflesso i danni alle colture agricole".

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