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TICINOVignette satiriche, "Perché non capite che la fede per noi è una cosa seria?"

20.09.12 - 07:56
Parla il presidente della Lega musulmani Ticino, Slaheddine Gasmi, che a proposito delle vignette satiriche su Maometto dice: "Sono offese gratuite che denotano stupidità e ignoranza"
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Vignette satiriche, "Perché non capite che la fede per noi è una cosa seria?"
Parla il presidente della Lega musulmani Ticino, Slaheddine Gasmi, che a proposito delle vignette satiriche su Maometto dice: "Sono offese gratuite che denotano stupidità e ignoranza"

LUGANO - Sulla scorta delle manifestazioni di protesta contro il film anti-islamico “L’innocenza dei musulmani” che approderanno anche in Svizzera, a Berna sabato 22 settembre, e delle vignette con protagonista Maometto apparse ieri in Francia, abbiamo intervistato il presidente della Lega musulmani Ticino, Slaheddine Gasmi, per avere un suo commento sulle impressioni e sulla reazione della comunità musulmana ticinese che frequenta l’associazione.

Signor Gasmi, la Città di Berna ha autorizzato la manifestazione indetta dal Consiglio centrale islamico svizzero per sabato 22 settembre. La Lega musulmani Ticino parteciperà?
“No, come organizzazione non partecipiamo, però se c’è qualcuno che vuole partecipare individualmente è libero di farlo”.

Lei sa se, fra coloro che frequentano la moschea, c’è qualcuno che ha intenzione di partecipare dal Ticino?
“No, personalmente nessuno mi ha chiesto se organizziamo una trasferta, non ho sentito nessuno che abbia parlato di questo. La notizia della manifestazione è arrivata anche un po’ tardi, quindi la maggior parte della gente lavora, non ci incontriamo spesso ed è un po’ difficile organizzare”.

Il film “L’innocenza dei musulmani” ha suscitato dibattito fra le persone che frequentano l’associazione oppure no?
“Sì, il dibattito c’è sempre, riguardo a tutto quello che succede ci sono sempre le opinioni dei fedeli e anche delle persone normali. All’interno della nostra comunità la posizione che emerge più spesso dai dibattiti è quella per cui questa gente è meglio ignorarla perché sta cercando semplicemente della pubblicità gratuita. Questi che fanno una volta fumetti, una volta scrivono dei libri, una volta fanno film, è gente che non ha nessun successo nella propria vita e cerca di fare successo attaccando l’Islam. Questa è una delle opinioni”.

Secondo lei, qual è l’aspetto più offensivo del film?
“Non so se Lei sia credente o meno, perlomeno noi come credenti musulmani che difendiamo la nostra fede – io ho visto solo quei 12-13 minuti che ci sono su internet – un Profeta seguito da un miliardo e mezzo di persone…una delle scene che mi ha dato fastidio è quella in cui il Profeta mette la testa fra le gambe di una donna. Al di là di questo sono delle storie che non stanno in piedi. Fossero delle storie vere, se quei 16 minuti di video contenessero delle storie vere, avrebbe anche potuto starci una critica, possiamo discuterne, però sono delle offese gratuite che denotano stupidità e ignoranza. Ignorano proprio la storia di quest’uomo, di questo messaggero di Dio”.

Oggi si discute molto delle vignette apparse sul settimanale francese Charlie Hebdo. Ha per caso avuto modo di vedere la copertina della rivista?
“Personalmente oggi ne ho sentito parlare alla radio. Non l’ho vista. Poi, sappiamo già che due anni fa questo settimanale ha fatto una cosa del genere. È stato punito, penso che da parte di Dio sia stato punito, è bruciata la sua sede e continua a farsi pubblicità gratuita. Non ha avuto nessun successo e ripete. Dovrebbero avere il coraggio di scrivere veramente su tutti i profeti, su tutte le fedi. Che scrivano qualcosa sul Buddhismo, che scrivano qualcosa sull’Ebraismo, che scrivano qualcosa su tutte le altre fedi. Che scrivano una mezza parola sull’Olocausto. È perché trovano una finestra aperta, non ci sono leggi che condannano, questa gente per farsi pubblicità gratuita ogni tanto attacca l’Islam e questa è una cosa disgustosa, secondo me, ignorante”.

In realtà la copertina ritrae proprio un imam musulmano e un rabbino ebreo che esclamano “Non bisogna prenderci in giro”.  Esiste la satira anche contro Gesù, contro il Cristianesimo, perché è vissuta così male la satira da alcune comunità islamiche?
“Io penso che tutti i media, i politici, soprattutto occidentali, non sappiano quanto sia radicata la fede islamica all’interno del musulmano. Per il musulmano la fede è una linea rossa che è invalicabile. Nessuno può toccarla. Non ci si può permettere di dire nulla che prenda in giro la sua fede. La fede è così radicata dentro i musulmani che non si permettono nemmeno di scherzarci sopra. Questa è una cosa che forse voi non riuscite a capire, però è così. La fede, per il musulmano, viene prima di sé stesso, prima dei suoi genitori, prima dei suoi figli e questa è la cosa che forse voi non riuscite a capire”.

Per la sua esperienza in Ticino e per l’esperienza della sua comunità in Ticino e in Svizzera, trova che lo Stato debba in qualche modo vietare espressioni che possano sembrare blasfeme per la fede islamica, la fede cristiana, la fede ebraica?
“Allora, partiamo dal presupposto che per noi la fede è una cosa sacra. Non solo il concetto dell’Islam e di Maometto stesso, ma anche tutti i Profeti per noi sono una cosa intoccabile. Due: come mai nessuno si permette di scrivere qualcosa sulla lobby sionista? Perché ci sono leggi in tutta Europa e anche in America per le quali nessuno può mettere in dubbio l’Olocausto, né parlare contro le organizzazioni sioniste. Personalmente, come svizzero e vivendo in questo Paese e vivendo in questa comunità, sento che la mia fede non è protetta da parte dello Stato. Speriamo che un giorno venga fatta una legge che vieti questi attacchi gratuiti, questi attacchi da gente ignorante che cerca solo pubblicità e basta.  Tre: i politici o, meglio, lo Stato, facendo delle leggi o ponendo dei limiti, delle linee rosse per la fede, impedisce anche l’estremismo. Impedisce il caos. Vediamo il caos che è successo adesso nel mondo musulmano. Cominciando dalla Libia, ma poi anche la Tunisia, l’Egitto e tutti gli altri Paesi musulmani. Secondo me, spetta allo Stato fare delle leggi che non si possano trasgredire, è questo che mi aspetto dagli Stati”.  Fra l’altro, nascondendosi dietro le parole “Libertà di espressione”, questi signori si permettono di fare quello che vogliono. E penso che questo abbia anche alimentato la violenza nel mondo musulmano a causa di dichiarazioni che sono state fatte anche dai politici americani. Perché loro, invece di calmare gli animi dicendo «La legge prenderà i suoi provvedimenti o seguirà il suo corso», hanno detto «questo film sì, è vero che è offensivo, però c’è la libertà di espressione». Quindi la legge deve essere una legge per proteggere anche la fede degli altri per evitare il caos, per evitare i disguidi, per evitare anche l’estremismo”.

Quindi, sta dicendo che chi ha manifestato sarebbe ricorso alle vie legali piuttosto che manifestare se ci fosse stata una legge?
“Ma certo. Se ci fossero le leggi sicuramente tutti si sarebbero appellati alla legge e gli animi sarebbero rimasti calmi. Però, visto che non ci sono le leggi e che le dichiarazioni dei politici consistono in «Eh, c’è la libertà di espressione», quindi gli animi sono arrabbiati, sono accesi. E questo è gettare benzina sul fuoco. Il mondo non è più stupido. Oggi come oggi nel mondo musulmano circa l’80% delle persone sa leggere e scrivere”.
Se vieni a parlarmi e mi dici «sì, è un film offensivo però c’è la libertà di espressione», stai incoraggiando altre persone a fare qualcosa, tanto c’è la libertà di espressione. Questa è un’offesa per un miliardo e mezzo di esseri umani. Per questo vogliamo che tutti gli Stati del mondo mettano una legge che sancisca delle linee rosse che non si possono oltrepassare. Perché la libertà dell’essere umano non è mai assoluta. In tutto. Per la mia libertà, io non posso offendere lei o offendere chiunque altro. Questa non è libertà di espressione. Allora chiunque esce per strada e comincia a insultare tutti, tanto sono libero!”.

Quindi vede come opportuna anche in Svizzera l’apertura di un dibattito su eventuali restrizioni in questo senso?
“Auspico che si apra un dibattito del genere. Spero che in uno Stato come la Svizzera, multiculturale, multietnico, non ci siano persone che escano fuori domani e offendano una fede professata da un miliardo e mezzo di persone. Anche per la protezione della Chiesa e della comunità all’interno della Svizzera. Perché, l’abbiamo detto prima, lo ripetiamo, se c’è una legge che vieta di mettere in dubbio l’Olocausto perché non c’è una legge che vieti di offendere qualunque fede? E non parlo solo della fede musulmana”.

Immagino dipenda da un processo storico, essendo avvenuto l’Olocausto in Europa, che ha portato qui a vietarne la negazione.
“Benissimo, sono d’accordo su questo. Ma sono d’accordo anche sul fatto che, quanti sono i morti dell’Olocausto? Un milione e mezzo? Due milioni? Ma nel mondo occidentale adesso, in Europa, vivono quasi venti milioni o trenta milioni di musulmani. E al di là di quelli che sono di un’altra origine, di seconda, terza generazione, ci sono anche dei veri svizzeri musulmani, dei veri francesi musulmani, veri britannici musulmani, quindi dobbiamo fare una legge per loro. Se sono minoranze, bisogna anche proteggere le minoranze e la fede delle minoranze”.

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