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BELLINZONAScoperti i meccanismi che scatenano le malattie autoimmuni

04.09.12 - 18:42
Ti-Press (archivio)
Scoperti i meccanismi che scatenano le malattie autoimmuni

BELLINZONA - Per la prima volta si alza il sipario sui meccanismi all'origine delle malattie autoimmuni, nelle quali il sistema immunitario aggredisce l'organismo al quale appartiene. La scoperta, in cui è coinvolto anche l'Istituto di Ricerca in Biomedicina (Irb) di Bellinzona, è pubblicata sul Journal of Clinical Investigation. Essa apre la strada a future cure per malattie di diverso tipo: da quelle che colpiscono la pelle, come il pemfigo su cui è stata condotta la ricerca, all'artrite reumatoide.

La ricerca è stata condotta in collaborazione fra l'Irb di Bellinzona, diretto da Antonio Lanzavecchia e affiliato all'Università della Svizzera Italiana (Usi), e il gruppo del Laboratorio di Biologia Molecolare e Cellulare dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (Idi) di Roma, guidato da Giovanna Zambruno.

"È la prima volta che nell'uomo viene individuato questo meccanismo", osserva Lanzavecchia. È stato possibile farlo grazie alle nuove tecnologie che permettono di clonare le cellule del sistema immunitario e di isolare gli anticorpi.

L'autoanticorpo isolato dai ricercatori è quello del pemfigo, una malattia autoimmune che causa la formazione di bolle su pelle e mucose, come quelle di naso, faringe, esofago e genitali. In questa malattia, come nella altre malattie autoimmuni, gli anticorpi non sono diretti contro agenti esterni, come batteri o virus, ma contro normali costituenti dell'organismo. "Una volta isolato l'autoanticorpo del pemfigo, abbiamo cancellato da esso tutte le mutazioni, una ad una".

In questo viaggio a ritroso il punto d'arrivo è stata la scoperta che l'anticorpo che aggredisce il suo organismo è nato da un normalissimo anticorpo. Le mutazioni che questo ha subito progressivamente lo hanno portato ad assumere una funzione addirittura opposta. Adesso resta da capire quale possa essere la causa che ha scatenato la catena di mutazioni.

La ricerca adesso procede in due direzioni: "un obiettivo è individuare il bersaglio originario dell'anticorpo mutato, l'altro aspetto importante è capire come si genera la malattia", rileva Zambruno. Il secondo aspetto, ha aggiunto "è importante per mettere a punto futuri test e aprire la strada a future cure".

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