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TICINOChioschi in crisi, gerenti infuriate

11.05.12 - 08:48
La Valora, l'azienda che gestisce gran parte dei chioschi in Svizzera, è in difficoltà a causa del calo delle vendite di giornali? Le gerenti hanno un'altra versione dei fatti
Keystone (archivio)
Chioschi in crisi, gerenti infuriate
La Valora, l'azienda che gestisce gran parte dei chioschi in Svizzera, è in difficoltà a causa del calo delle vendite di giornali? Le gerenti hanno un'altra versione dei fatti

LUGANO - Valora patisce a causa del calo delle vendite di giornali e riviste? È quanto afferma il presidente uscente, Thomas Vollmoeller, che è tornato in Germania lasciando il gruppo nelle cifre rosse. Ma le gerenti dei chioschi contestano fermamente la sua versione.

Per venderli devono consegnarceli - Alcune gerenti, arrabbiate, hanno contattato la redazione del 20 Minuti dopo l’articolo di mercoledì sulle difficoltà di Valora, l'azienda che possiede buona parte dei chioschi svizzeri. "Dicono che vendiamo meno giornali?" afferma una gerente di chiosco, "Hanno però omesso di parlare dei gravi problemi nella consegna degli stessi. Io per esempio non riesco a farmi fornire il GdP, un giornale ticinese. Se chiamo per reclamarlo, magari arriva per due settimane e poi la distribuzione si interrompe di nuovo. In compenso ricevo bizzeffe di riviste tedesche che non compra nessuno..."

Dietro l’azione, l’inganno - "Non parliamo poi delle promozioni" prosegue con enfasi la gerente. "Ci mandano questi prodotti obbligatori, che in genere sono scontati perché giungono a scadenza, in quantità esagerate. E se poi non li vendiamo non ce li bonificano, i prodotti scaduti ce li teniamo noi."

Scarico dei costi - Non sono solo le disfunzioni dei servizi a far infuriare le gerenti. Valora, con l'intento di sgravarsi di alcuni compiti, e costi, ingrati chiede insistentemente alle gerenti di riacquistare il chiosco in cui lavorano. "Una mia collega si è ritrovata una signora di Valora per 5 ore al giorno nel suo chiosco, per oltre un mese. Continuava a farle pressioni affinché accettasse di riprendere il chiosco in franchising finché, più per esasperazione e senza valutare le conseguenze, la gerente ha ceduto. Oggi ne è pentita al 100%".

Paghi tu, facciamo noi - Valora, infatti, "propone" alle gerenti di riprendere il chiosco per 20mila franchi. E a chi non ha i soldi viene proposto di prenderli dalla cassa pensione. Però una volta che la gerente diventa proprietaria non dispone di nessuna libertà. L'assortimento, i prezzi, la disposizione dei prodotti, tutto viene deciso da Valora, che impone pure di aumentare le ore di lavoro dalle 43 del CCL a 50. Anche la contabilità resta in mano a Valora, per cui la signora sposata con un contabile non ha potuto lasciar fare i conti al consorte, ma ha dovuto affidarsi a quello della casa-madre. E pagarlo, ovviamente. In pratica la neoproprietaria ha le mani legate, l'unico diritto di cui dispone è quello di coprire eventuali perdite di esercizio.

Valorizzare i dipendenti - "L'operazione di vendita dei chioschi ci sembra che sia stata solo un'operazione per scaricare i costi di gestione del personale” afferma Alberto Trevisan, sindacalista OCST. “Se Valora vuole veramente fare fronte alla concorrenza dovrebbe secondo noi valorizzare i propri dipendenti, perché sono loro che conoscono i clienti, che sanno quali sono i prodotti che vanno di più o di meno."
Chioschi troppo tedescofoni -  “Perché le pompe di benzina fanno concorrenza ai chioschi? Perché i chioschi Valora hanno tutti i giornali tedeschi, prodotti con marchio tedesco e via dicendo. O lasci alle gerenti un margine di scelta sui prodotti e sui prezzi, altrimenti è chiaro che va a finire così. C'è un gerente che continua a dirmi che tutti i giorni gli arrivano 10 copie del Blick e una della Gazzetta dello Sport... È chiaro che è un bilancio sproporzionato.”

Più ore, meno paga - “Inoltre la gerente che acquista il chiosco si trova costretta ad effettuare più ore lavorative, per un salario che in genere si riduce” spiega Trevisan. “E si riducono pure i salari dei dipendenti. Alla Valora esiste un Contratto collettivo di lavoro e chi acquista il chiosco è obbligato a mantenere queste condizioni di assunzione per 12 mesi, ma poi può proporre il salario che vuole. E già durante il primo anno magari il salario orario resta lo stesso, ma se si riducono le ore lavorative ovviamente si riduce pure la paga. Noi siamo in trattativa a livello nazionale per chiedere che il CCL sia obbligatorio per tutti coloro che lavorano nei chioschi, indipendentemente da chi sia il proprietario.”

L’aut aut - Sì, perché la strada ormai è segnata. Valora sembra proprio volersi disfare dei suoi chioschi. “Un sacco di gerenti sono tuttora sotto pressione da parte di Valora, che continua a dire loro di comprare il chiosco” afferma Trevisan. “Per ora quasi tutte si stanno rifiutando, ma quando la Valora metterà loro davanti l'ipotesi “o lo compri tu o lo vendo a un esterno”, verosimilmente lo compreranno. E non manca tanto. Proprio ultimamente è arrivata una lettera a tutte le gerenti dicendo che se non si faranno avanti loro per comprarlo, la Valora aprirà anche agli esterni. Le gerenti andrebbero motivate a rilanciare i chioschi, invece la Valora fa l’esatto contrario, scaricando su di loro la gestione del servizio. E poi si stupiscono che i chioschi siano in crisi?”
 

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