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SVIZZERA/TICINOÈ giusto che i parlamentari si aumentino lo stipendio?

29.12.11 - 07:10
Tre deputati ticinesi a confronto.
archivio Keystone
È giusto che i parlamentari si aumentino lo stipendio?
Tre deputati ticinesi a confronto.

BERNA - I consiglieri agli Stati, alla loro prima sessione a Berna, si sono concessi un aumento delle indennità nell'ordine del 4%, mentre per i versamenti al secondo pilastro addirittura del 28%. Una decisione che alcuni hanno letto come un improvvido regalo in tempi di magra. "Come faranno a capire questa decisione i cittadini che devono tirare la cinghia?" insorge il consigliere agli Stati UDC Thomas Minder. "Ogni giorno si parla di freno all'indebitamento e poi chiediamo allo Stato di concederci 2 milioni all'anno in più? Questa proposta proprio non mi va giù."

"Non è un aumento" - Il senatore ticinese Filippo Lombardi, però, sottolinea che non bisogna cadere in facile populismo. "Non c'è stato nessun aumento, bensì un adeguamento al rincaro con 4 anni di ritardo, in alcuni casi addirittura con 8. La legge prevede che all'inizio di ogni legislatura tutte le indennità vadano adeguate al rincaro, che non ci viene concesso automaticamente ogni anno. Ogni 4 anni l'UDC fa la stessa sceneggiata ma non ho ancora trovato nessun democentrista che abbia rinunciato volontariamente alle indennità."

"Quando c'è bisogno di un gesto di solidarietà, il Parlamento lo fa" prosegue Lombardi. "Lo avevamo già fatto nel 2004 quando i parlamentari avevano deciso di ridursi di 3'000 franchi le indennità. Ma questo non è il momento, visto che non si sta tagliando i costi del personale."

Paghe inferiori agli altri paesi - In media un deputato a Berna guadagna sui 130'000 franchi l'anno, a dipendenza dal numero di commissioni, presidenze e rapporti. Ma di questi 50'000 sono rimborsi spese per viaggi, pasti e alberghi. "Alla fine ne restano 80'000" spiega Lombardi, "che per un lavoro al 60% non credo siano tanti. Secondo uno studio dell'Università di Berna di qualche anno fa sono i salari più bassi di tutti i paesi dell'Ocse."

La palla alla Camera bassa - Il Consiglio nazionale si esprimerà a riguardo durante la prossima sessione, ma anche qui le posizioni sembrano già chiare. I socialisti hanno legato il loro sostegno all'aumento alla promessa di non risparmiare sul personale della Confederazione. Ma visto che i tagli sono stati scongiurati, l'unico gruppo che intende opporsi agli adeguamenti è quello dell'UDC.

"Non c'è necessità di cambiare" - "Mi sembra una sciempiaggine uscirsene adesso con una proposta del genere, anche spacciandola per adeguamento" afferma Lorenzo Quadri, consigliere nazionale leghista. "È ampiamente inopportuna e comunque non necessaria. La maggior parte dei parlamentari ha già dei redditi da altre fonti, non è gente in assistenza. Le indennità che ci sono oggi sono più che sufficienti."

"Chiaramente anche il lavoro politico deve essere indennizzato perché non si vive di aria e di gloria" continua Quadri, "ma non credo che la situazione attuale necessiti di correttivi verso l'alto."

Evitati tagli al personale - L'unica socialista ticinese a Berna, Marina Carobbio, spiega invece la posizione del suo partito. "Se il Parlamento avesse deciso di risparmiare sul personale, così come proposto dalla maggioranza della Commissione delle finanze, questo aumento sarebbe stato inaccettabile. Per fortuna grazie alle nostre proposte non ci sono stati risparmi sul personale dell'amministrazione."

Una misura sensata - Secondo Marina Carobbio "è normale che ogni 4 anni si valuti l'adeguamento al rincaro.  Se l'anno prossimo dovessero arrivare delle misure di risparmio in altri settori dell'amministrazione pubblica allora bisognerebbe andare molto cauti anche con un aumento delle indennità dei parlamentari. Si è deciso di concedere il rincaro, giustamente, al personale della Confederazione, quindi è anche giusto valutare il rincaro per i parlamentari."

La politica è un impegno notevole - Le indennità attuali sarebbero sufficienti, ma il problema, secondo Carobbio, è "che questo parlamento diventa sempre più professionale e sempre meno di milizia. Si è talmente impegnati a Berna che non trova più il tempo di svolgere la propria attività professionale. Io riesco a lavorare al massimo al 20-30%, il resto del tempo sono a Berna."

Tagliati fuori dal mondo del lavoro - Marina Carobbio smonta l'idea diffusa nella popolazione di deputati che navigano nell'oro. "Se un parlamentare non viene rieletto non ha diritto alle indennità di disoccupazione. E se durante la permanenza a Berna ha rinunciato alla propria professione non è poi facile rientrare nel mondo del lavoro. E non tutti siedono in consigli d'amministrazione."

E i mandati esterni? - Aspetto, quello dei CdA, che richiederebbe molta più trasparenza. Se le indennità dei parlamentari sono alla luce del sole, non si può dire altrettanto per i mandati esterni. "Bisognerebbe anche sapere ognuno quanto riceve dai mandati esterni" sostiene Marina Carobbio. "Se uno prende diverse decine di migliaia di franchi dai CdA, questo va ad arrotondare in modo importante il suo reddito. Io sono per la completa trasparenza. Occorre divulgare i redditi non solo dell'attività parlamentare, ma anche quelli provenienti dai vari CdA".

Necessaria trasparenza - "Noi da tempo come socialisti chiediamo una completa trasparenza sia sul finanziamento dei partiti sia su quanto ricevono i parlamentari come mandati. L'abbiamo proposto regolarmente ma siamo sempre stati in minoranza. Stiamo valutando altre proposte di questo tipo."

C'è chi spende molto di più - Per il momento, pur non conoscendo i guadagni che i parlamentari ottengono dai consigli d'amministrazione in cui siedono, si sa che a livello di indennità navigano a livelli molto più bassi rispetto ai nostri vicini europei. Basti pensare che lo Stato italiano spende ogni anno oltre 3 milioni di euro per le spese odontoiatriche dei propri deputati, 3 milioni per i loro ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private), quasi un milione di euro per la loro fisioterapia. Senza dimenticare i 488'000 euro in occhiali e i 257'000 per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici dei deputati e dei loro familiari.

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