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TICINO / SVIZZERACentri accoglienza sovraffollati: respinti dei richiedenti l'asilo

21.12.11 - 13:40
Il problema riguarda il Ticino, il canton Vaud e Basilea
Ti-Press (archivio)
Centri accoglienza sovraffollati: respinti dei richiedenti l'asilo
Il problema riguarda il Ticino, il canton Vaud e Basilea

BERNA - In Ticino, nel canton Vaud e a Basilea dei richiedenti l'asilo sono stati respinti dai sovraffollati centri d'accoglienza della Confederazione prima che potessero depositare la domanda. Al momento mancano i posti necessari ad accogliere tutti.

Mentre la popolazione di Bettwil (AG) lotta contro il progettato centro d'accoglienza, i richiedenti l'asilo sentono sempre di più la mancanza di spazio. È quanto emerso ieri sera nella trasmissione della SF "10vor10".

In Ticino si dirottano da settimane gli immigrati in altri centri, a Basilea si sono contati fra i 10 e i 20 casi mentre nel canton Vaud si parla di singoli episodi. "Donne e bambini sono stati sempre accettati. Alcuni uomini giovani e sani sono però stati rifiutati", ha confermato Michael Glauser, portavoce dell'Ufficio federale della migrazione (UFM) nel corso della trasmissione.

"Si tratta di persone che non hanno ancora avviato la procedura per l'ottenimento dell'asilo, per questo motivo non sappiamo di chi si tratti", ha dichiarato Glauser all'ats. L'UFM non è al corrente di dove queste persone si siano dirette. L'Esercito della salvezza di Basilea ha sostenuto di averne accolte alcune.

"È una situazione difficile, specialmente adesso, in inverno", ha affermato Glauser. Il problema è però noto e la Confederazione è costantemente alla ricerca di nuovi posti.

Nella maggior parte dei casi i richiedenti sono giovani africani che scappano per motivi economici. Generalmente hanno poche possibilità di ottenere l'asilo, ha spiegato il portavoce dell'UFM.

L'organizzazione per i rifugiati "Solidarité sans frontières" si è detta "scioccata" della situazione a Basilea. Le condizioni sono insopportabili, ha aggiunto. Il motivo della carenza di posti non è dovuto alla "ondata migratoria nordafricana", ma piuttosto a uno smantellamento sistematico delle strutture adeguate.
 

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