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LUGANO"Il PLR? Ha bisogno di un presidente dal volto pulito"

02.12.11 - 16:15
Valentino Benicchio, presidente distrettuale del PLR del Luganese: "Autocritica di quanto fatto fino ad ora dall'ala liberale"
Tipress (archivio)
"Il PLR? Ha bisogno di un presidente dal volto pulito"
Valentino Benicchio, presidente distrettuale del PLR del Luganese: "Autocritica di quanto fatto fino ad ora dall'ala liberale"

LUGANO - Valentino Benicchio aveva fatto la voce grossa: "Se Gendotti diventa presidente del PLRT lascio il partito". Il presidente distrettuale del Luganese, in una recente intervista rilasciata al Corriere del Ticino, aveva manifestato apertamente la sua contrarietà all'ascesa di Gabriele Gendotti, punta di diamante dell'ala radicale del partito.
Si era addirittura detto contrario alla presidenza ad interim, questo perché "le elezioni comunali di aprile si avvicinano e il partito ha bisogno da subito un presidente per invertire il risultato negativo delle cantonali".

All'indomani della riunione della Direttiva a Camorino, durata oltre due ore e mezza, dove si è approvato il quadrumvirato presidenziale ad interim composto da Gabriele Gendotti quale coordinatore e dai vicepresidenti Maristella Polli, Corrado Solcà e Stefano Steiger, le acque si sono calmate. Anche la parte liberale del partito si è detta favorevole a questa scelta. Con la decisione di Michele Morisoli di ritirarsi dalla corsa e l'appello all'unità lanciato dallo stesso uomo appoggiato da Fulvio Pelli, l'ala liberale sembra accettare la soluzione di compromesso. E' vero, c'è chi non ha mancato di esprimere il proprio dissenso sulla decisione presa, come Giorgio Grandini, presidente della sezione luganese del PLR, che avrebbe preferito l'interinato ai soli tre vicepresidenti senza Gendotti.

In tutti i casi ora la parola d'ordine è "guardare avanti".

Benicchio, Gendotti è stato nominato coordinatore del quamdriviurato presidenziale. Lei come giudica questa decisione?
"Va bene così. E' vero, il Luganese e la direttiva di Lugano avrebbero preferito che i tre vicepresidenti andassero avanti da soli a traghettare il partito, senza l'aggiunta di Gendotti. Ma lui si è messo a disposizione per la vicepresidenza ad interim fino ad aprile innanzitutto per aiutare gli altri tre vicepresidenti, ma anche perché la rappresentanza dei radicali, secondo alcuni membri della direttiva, sarebbe rimasta scoperta".

Questa soluzione, quindi, la soddisfa al 100%?
"Se l'intento è quello di aiutare il partito in questa fase delicata, sì, non posso che ritenermi soddisfatto. Se, invece, questa nomina non rappresenta altro che la porta d'ingresso per arrivare alla presidenza, allora no, non sono d'accordo. La votazione si è svolta in maniera democratica e la decisione è stata ampiamente discussa. Bisogna accettare il verdetto, pensare positivo e guardare avanti."

Lei aveva detto al Cdt che si sarebbe addirittura dimesso se Gendotti...
... Sì, se Gendotti fosse diventato presidente. E sono ancora di questo avviso. Noi abbiamo una visione completamente diversa tra il Sottoceneri e il Sopraceneri. Nel Sottoceneri il PLRT sta passando un periodo difficile, La Lega dei Ticinesi è ormai diventata una realtà consolidata e noi dobbiamo reagire. Un partito forte, come il nostro, deve tenere conto di questa realtà e non sottovalutarla".

Benicchio, in tutti i casi, diciamocela tutta, l'ala liberale del partito e Idealiberale da quest'annata elettorale ne sono usciti male. Non sarebbe necessaria, prima di tutto, un po' di autocritica da parte vostra?
"Premetto innanzitutto che io non faccio più parte di idealiberale dall'11 aprile. Ne sono uscito perché avevo capito che i loro intenti erano diversi e le nostre strade si sono separate. E' chiaro che bisogna riflettere e capire quali sono i potenziali del vero centro-destra in Ticino. In tutti i casi noi dobbiamo capire, una volta per tutte, che la nostra politica non deve basarsi sull'appartenenza d'area, bensì sui temi. Chiaramente, sì, un esame di riflessione dobbiamo farlo".

Michele Morisoli ieri sera ha richiamato all'unità del partito. Lei è d'accordo con il suo appello?
"Certamente. E ritengo che abbia fatto bene. Io sono per il costruire, non per il demolire, purché vi siano le condizioni di equilibrio e si tengano in considerazione tutte le istanze. Il partito non inizia ad Airolo e finisce a Faido. Il PLR è stato sempre forte anche nel Sottoceneri. E se siamo veramente forti, dobbiamo saperci adattare alla realtà, ascoltare le incertezze per nutrire le speranze. Se non riusciamo a far questo, questa significa che il PLRT è un partito limitato ai singoli territori o alle singole persone. E questo, a mio avviso, sarebbe grave".

Aspettiamo aprile, quindi.  Vediamo che succede…
"Io non ho nulla di personale contro Gendotti. Ha avuto cariche istituzionali molto importanti e merita tutta la mia stima e il mio rispetto. Ci mancherebbe! Tuttavia non dobbiamo scordarci che il partito è composto da due anime e una delle due, quella liberale, va anche tutelata perché è quella che sta soffrendo di più in questo periodo”.

Gianora aveva auspicato, per il rilancio, anche a un rinnovamento anagrafico del Partito. Però, se vediamo che tornano i nomi come quello di Gendotti...
"Ne abbiamo discusso ieri a Camorino di questo aspetto. Beh, Gendotti ha 57 anni, non è poi così anziano. Oggi serve un presidente, come avevo già detto, che non sia un déjà vu".

Ha bisogno di una persona come lei?
"Io non potrei fare il presidente cantonale. Sono troppo schierato. Si alimenterebbero troppe tensioni con i radicali, così come si alimenterebbero nel caso fosse eletto Gendotti. Un radicale che non ci rappresenterebbe”.

Un presidente né liberale, né radicale?
"Se vogliamo tenere insieme il partito dobbiamo uscire da questo schema e trovare un presidente, per così dire "pulito", che sappia portare delle altre prospettive che permettano il confronto delle due anime all'interno del partito. Un confronto che ha da sempre rappresentato la forza del partito. Un partito che mantiene gli equilibri, però, oggi come oggi, non riesco a vederlo più”.

E un profilo come quello di Fulvio Pelli sarebbe l’ideale?
“Fulvio Pelli è una persona molto brava a intuire, a capire le situazioni e le circostanze. E' capace di cambiare idea quando serve e sa prendere delle decisioni. Oggi sono in troppi a fare le grandi filosofie, mentre sono pochi coloro che si espongono in prima persona e si prendono delle responsabilità. Cercano di stare sulla fermata a ad aspettare un treno e poi quando arriva si fermano a pensare se salirci o meno. Una maniera sbagliata di fare politica. Un Ticino che vuole essere dinamico e che guardi al futuro ha bisogno di persone di carattere, che sappiano schierarsi ed imporsi e assumere delle posizioni chiare. Perché se no faremmo solo demagogia. E' inutile dire che abbiamo 50mila frontalieri. E' solo uno spot. Se ci sono c'è un motivo e dobbiamo capirlo. No, a me la politica gridata non piace. A me piace la politica che pone dei problemi e li risolve con serietà".

Lei che presidente si immaginerebbe?
"Un presidente giovane. Ricordiamoci che a Firenze c'è un sindaco di 34 anni. In Austria sono stati eletti deputati in parlamento di 31 anni".

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