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TICINOUn piatto di pesce su dieci è contaminato

11.08.11 - 12:59
Dai metalli pesanti nei calamari, nel pesce spada o nel tonno, alla salmonella nei gamberi o gli antibiotici nei surgelati. Ecco i rischi che si incorrono mangiando del pesce
Foto (archivio): Ti-Press Carlo Reguzzi
Un piatto di pesce su dieci è contaminato
Dai metalli pesanti nei calamari, nel pesce spada o nel tonno, alla salmonella nei gamberi o gli antibiotici nei surgelati. Ecco i rischi che si incorrono mangiando del pesce

LUGANO - "Cadmio nei calamari, mercurio nel pesce spada, piombo nel tonno, salmonella nei gamberi congelati, antibiotici nei surgelati e batteri nei molluschi". Una lunga lista quella fornita dal Dott. Marco Jermini, direttore del Laboratorio cantonale, dalla quale emerge un dato allarmante: il pesce può diventare un rischio, perché tossico.

Il mercato ittico è uno dei settori più aggrediti dalle importazioni selvagge e soprattutto dalla sofisticazione alimentare. In una recente inchiesta in Italia, è emersa suscitando scalpore la denuncia di Coldiretti secondo cui: "Due terzi del pesce servito sulle tavole italiane è taroccato". Un dato che fa ancor più paura se si pensa che il pesce in Ticino arriva in buona parte proprio dal mercato italiano. "I grossisti ticinesi si riforniscono prevalentemente al mercato di Chioggia (Veneto), o Goro (Emilia Romagna) - spiega Jermini –, ma non c’è da allarmarsi".

Esportazione di qualità – Il direttore del Laboratorio cantonale rassicura: "I prodotti destinati all’esportazione sono sottoposti a maggiori controlli. Controlli che per i paesi facenti parte dell'Ue sono rigorosi. Inoltre, come noi esportiamo il miglior Emmenthal, è quasi logico aspettarsi che in Svizzera come nei Paesi che non hanno i mari, arrivi materia prima di qualità. È facile supporre che in Italia venga consumato in media un pescato di qualità inferiore rispetto a quello destinato al mercato estero".

Controlli rigorosi - "Verifichiamo la tracciabilità del prodotto - spiega Jermini -. Chi compra un branzino d'allevamento non può venderlo come branzino selvatico. La tracciabilità serve proprio a evitare frodi di questo tipo. Specialmente per quelle specie ittiche dove è facile, per motivi di costo, cercare di ingannare. Durante le ispezioni verifichiamo anche la freschezza del prodotto e preleviamo campioni da analizzare in laboratorio. Capita che vengano usate delle sostanze per modificare il colore del pesce e farlo sembrare fresco. Siamo attrezzati anche per la ricerca dei metalli pesanti, non solo il cadmio nei calamari, ma anche il mercurio nel pesce spada, il piombo nel tonno. Come anche la salmonella nei gamberi congelati, gli antibiotici nei surgelati e batteri nei molluschi".

Non conforme il 10/15% - "Dalle indagini microbiologiche – prosegue il direttore del laboratorio cantonale - emerge una quota di non conformità che normalmente si aggira al 10/15% del prodotto analizzato. Proprio in questi giorni è stata importata dall'Italia una partita di cozze non conformi. Questo è potuto accadere solo perché i risultati delle analisi sono arrivati in ritardo rispetto alla spedizione. Fortunatamente per i Paesi dell'Ue e la Svizzera c'è un sistema di allerta rapido che permette di interagire in questo modo: se uno Stato membro si accorge di un'anomalia avvisa la centrale di Bruxelles che informa tutti quelli che hanno ricevuto parte di quella partita".

Sulle tavole Ticinesi il rischio è ancora più basso - "Per i prodotti che finiscono sulla tavola il rischio è ancora più basso. Molti "patogeni" vengono annientati dalla cottura. Solo se la contaminazione riguarda un prodotto pronto per essere consumato, allora il consumatore sarà portato a subirne le conseguenze".

Pesce crudo? Tutto congelato - "Ultimamente cresce l'incidenza dei parassiti – conclude Jermini -. Soprattutto per i pesci provenienti dal mare aperto può capitare che questi siano ospitati da vermi che possono essere molto pericolosi per l'uomo. Anche questi sono completamente inattivati dalla cottura. La legge ha previsto che per vendere pesce da consumarsi crudo, questi  deve essere stato prima congelato. Con il congelamento si inattivano questi parassiti".

Davide Milo

Foto Ti-Press Carlo Reguzzi

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