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TICINOJelmini: "La mia candidatura alle federali è possibile"

24.05.11 - 14:10
Moor? "Se si fosse proposto lo avremmo candidato"
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Jelmini: "La mia candidatura alle federali è possibile"
Moor? "Se si fosse proposto lo avremmo candidato"

MENDRISIO - Il PPD sta mettendo a punto la lista dei potenziali candidati. Tra i nomi dei “papabili” quelli di Fabio Regazzi e Monica Duca Widmer. “Per  quanto mi riguarda – dice Giovanni Jelmini -  scioglierò le mie riserve nei prossimi giorni, la mia candidatura è possibile ma al momento è da decidere.  Il senso del partito c’è, ma è soprattutto una scelta personale”.

Ma in casa del PPD l’attenzione, almeno per oggi, è concentrata sulla figura di Michele Moor, dimessosi ieri dal partito e dal suo ruolo come membro dell’Ufficio presidenziale. “Con Michele Moor ho sempre trattenuto un buon rapporto, non mi ha mai nascosto il suo disagio nei confronti delle decisioni assunte dal PPD a livello nazionale. Certamente, se si fosse messo a disposizione, la sua candidatura per le elezioni nazionali sarebbe stata presa in seria considerazione. Già quattro anni orsono aveva fatto un ottimo risultato”.

La reazione del presidente Jelmini è pacata, non affatto sorpresa. Qualche rammarico è percepibile nella sua voce ma la decisione assunta sembrava nell’aria già da tempo.
“Non ha mai nascosto le sue posizioni chiare e molto vicine a quelle dell’UDC come pure la delusione per l’estromissione dal Consiglio federale di Blocher. Del resto, le sue responsabilità finanziarie non gli hanno mai consentito di dedicarsi alla vita politica attiva e non penso che la scelta di dimettersi adesso sia legata ad una candidatura alle elezioni nazionali con l’UDC o in altri partiti. Questi disagi li ha espressi da sempre.” Dunque, non sarebbero dimissioni per una candidatura in altri partiti, anche perché a quanto riferisce Jelmini, la candidatura di Moor sarebbe stata possibile anche nel PPD. 

Ma le critiche di Moor al PPD restano valide soprattutto quelle relative alla difficoltà del partito di capire le reali esigenze della popolazione.
“ La difficoltà di interpretare i bisogni e le necessità dei cittadini riguarda soprattutto i partiti storici ma anche tutti i partiti che vogliono approfondire le questioni- spiega Jelmini. Ci sono partiti che semplificano la realtà e sono certamente avvantaggiati, però i problemi esistono e sono complessi, non sempre facili da risolvere. E’ una difficoltà che coglie soprattutto i partiti che governano, basta vedere quello che accade oggi alla Lega al Governo. Chi governa è confrontato alle decisioni che deve prendere, cercando di fare una sintesi delle esigenze di tutti i cittadini, c’è la responsabilità di decidere, al di là degli applausi che possono arrivare o non arrivare. Sicuramente però, avvicinarsi alle persone ed interpretare le loro necessità è un esercizio utile e necessario per i partiti, indipendentemente dai risultati elettorali.”

Foto Ti-Press
 

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