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CANTONE"Troppi incesti in Ticino. Cambiamo la legge"

24.02.10 - 09:47
Ormai è un tormentone: i politici, soprattutto in Gran consiglio, sono sempre più sotto pressione. I conflitti di interesse in un Cantone in cui regna il sistema di milizia sono la regola. Ora si cercano vie d'uscita. Ecco i 5 politici più in conflitto
Ti-Press
"Troppi incesti in Ticino. Cambiamo la legge"
Ormai è un tormentone: i politici, soprattutto in Gran consiglio, sono sempre più sotto pressione. I conflitti di interesse in un Cantone in cui regna il sistema di milizia sono la regola. Ora si cercano vie d'uscita. Ecco i 5 politici più in conflitto

BELLINZONA – È un tormentone di cui si sente parlare da anni: il Ticino politico è incestuoso. E i politici, soprattutto quelli in Gran consiglio, sarebbero sempre più sotto pressione. Il caso Calastri-Comida, sollevato da Ticinonline, ne è l’ultimo esempio. “Il nostro è un sistema di milizia – aveva spiegato Riccardo Calastri (PLR), presidente del Gran consiglio e numero uno del consiglio d’amministrazione di Comida –. I politici non vivono solo di politica. Hanno un lavoro e anche altre attività. Per evitare qualsiasi interferenza bisognerebbe passare, ad esempio, a un Parlamento di professionisti”. “Il Ticino, in un certo senso, è un Cantone incestuoso – aveva detto qualche settimana prima il presidente della Lega Giuliano Bignasca a proposito dei presunti appalti edili ‘truccati’ a Lugano –. Ma è normale. Qui ci sono solo 300mila abitanti. Siamo in pochi, dunque. Ed è comprensibile che, per vivere, un politico faccia anche altre cose”.  

Basta politici nei cda - Sergio Savoia, granconsigliere dei Verdi, dalla politica guadagna circa 10mila franchi in un anno. Troppo poco per viverci ovviamente. “Io tuttavia non penso che professionalizzare la politica sia la soluzione giusta – ammette –. Significherebbe dovere garantire ai politici uno stipendio fisso. I costi aumenterebbero di molto”. Per Savoia, però, la situazione non può restare quella di oggi. “C’è gente – spiega – che in Gran consiglio parla in lungo e in largo di determinate questioni pur essendo seduto in un consiglio d’amministrazione ad esse legato. La cosa stona un po’. Secondo me bisognerebbe continuare con il sistema di milizia, ma vietare ai politici di far parte di cda di enti pubblici o parastatali. E magari anche di sedere contemporaneamente in un municipio”.  “Sono d’accordo – gli fa eco Marina Carobbio, ex granconsigliera del PS –. Il mio partito sta proprio spingendo in questa direzione. Ci vuole trasparenza. Solo così un politico può fare davvero gli interessi del cittadino. Il problema dei cda è serio. Senza contare che poi esistono le lobby. Basti pensare alle questioni legate alla sanità..” Fabio Bacchetta-Cattori, granconsigliere PPD, guarda all’immediato futuro. “Della questione – puntualizza – si occupa la commissione dei diritti politici del Gran consiglio. Proprio nel corso del 2010 si prevede di presentare le modifiche di legge finalizzate a risolvere la problematica dei conflitti di interesse. Personalmente spero che si trovi al più presto una soluzione”.

L’uomo dei conflitti - Tra le persone più criticate in passato riguardo a presunti conflitti di interesse c’è l’ex granconsigliere Mauro Dell’Ambrogio (PLR), ora a Berna come segretario di Stato per l’educazione e la ricerca. “Un tempo – dice – il tutto si basava sul volontariato. I liberi professionisti che facevano politica ricevevano compensazioni indirette, per esempio con mandati o appalti da altri enti pubblici. Nessuno si scandalizzava e la politica aveva a disposizione persone qualificate”. A partire dagli anni ’90, tuttavia, è cresciuta la diffidenza nei confronti della classe politica. “Il venire meno delle compensazioni indirette – riprende – ha tenuto lontano dalla politica liberi professionisti e imprenditori. Il prossimo passo per eliminare i ‘conflitti di interesse’ potrebbe essere quello di professionalizzare totalmente la politica. Avremmo così una classe politica che fa anzitutto gli interessi della classe politica stessa. Una situazione ben peggiore rispetto a quella di oggi”.

 

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