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LOCARNOMaire saluta il festival e regala i manga

15.07.09 - 17:56
Svelato il cartellone della 62esima edizione del Festival del film di Locarno, l'ultimo firmato da Frédèric Maire. Nessun film italiano in Piazza Grande né in concorso. I temi: immigrazione, identità, rapporto uomo-natura. In Piazza sbarcano i manga giapponesi
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Maire saluta il festival e regala i manga
Svelato il cartellone della 62esima edizione del Festival del film di Locarno, l'ultimo firmato da Frédèric Maire. Nessun film italiano in Piazza Grande né in concorso. I temi: immigrazione, identità, rapporto uomo-natura. In Piazza sbarcano i manga giapponesi

LOCARNO - Il Festival del film internazionale di Locarno svela le carte della sua 62esima edizione. L'evento si svolge quest'anno dal 5 al 15 agosto, e per presentare la sua ultima fatica, il direttore artistico Frédèric Maire -  che lascia dopo tre anni di direzione e va a dirigere a la Cineteca di Losanna - ha scomodato tre definizioni: un festival vetrina, ma anche laboratorio, e perfino sismografo.

Definizioni insomma che esprimono l'idea che anche nella sua ultima condizione, Maire vuole restare fedele a quella che è la natura del Festival di Locarno: un evento cinematografico che si muove sul binario della sperimentazione, che va alla ricerca di cinematografie nuove, che dà la possibilità a registi e attori di farsi conoscere al grande pubblico. In questo senso vanno intesi i nuovi territori che verrano esplorati quest'anno, come la la Mongolia, la Corea del Nord e il Sudafrica. "Quest’anno - ha spiegato Maire - l’agenda di incontri previsti per gli addetti ai lavori è particolarmente ricca e il nostro atelier di coproduzione Open Doors, giunto alla 7a edizione, apre le porte al cinema della Cina continentale, di Hong Kong e dell’isola di Taiwan".

Arrivano i manga - Quest’anno, inoltre, Locarno ha deciso di tentare un’impresa mai sperimentata prima da un festival non specializzato: offrire, attraverso il progetto «Manga Impact: The World of Japanese Animation» al pubblico occidentale la possibilità di scoprire il mondo del cinema di animazione giapponese, dalle origini a oggi, evidenziando l’impatto che ha avuto sul cinema e sull’immaginario occidentale.

I temi - Il festival non ha mai mancato di trattare temi forti, e anche quest'anno non sembra essere da meno.- Spiccano molte storie  legate all’immigrazione e all’identità. Migrazioni dettate da guerra, paura e povertà, sogni di un luogo altro non sempre migliore. E poi il rapporto sempre più difficile tra uomo e natura, tragicamente falsato da interessi politici ed economici. " Come conseguenza logica, e tragica, di tale preoccupazione, diverse opere evocano la fine del mondo, o perlomeno la fine di un mondo che sarebbe da ricreare e reinventare" ha spiegato Maire, che ha tenuto a sottolineare come in questa 62esima edizione sono praticamente rappresentati tutti i generi cinematografici: melodrammi, commedie, noirs e persino commedie musicali.

PIAZZA GRANDE

Esclusa l'Italia - Tredici film saranno presenti in Piazza Grande. Nel cartellone salta subito all'occhio l'assenza dui film italiani, se si esclude un cortometraggio di 19 minuti intitolato "Bue Sofa" di Giuseppe Baresi, Pippo Delbono e Lara Fremder.

Si apre con l'America - A inaugurare il programma della Piazza sarà  una commedia romantica americana, "500 Days of Summer di Marc Webb" (storia di due ragazzi, lui si innamora di una giovane donna che non crede assolutamente nell'amore). Gli Stati Uniti torneranno sul megaschermo qualche giorno dopo con My Sister’s Keeper di Nick Cassavetes (Le pagine della nostra vita) con Cameron Diaz e Jason Patric, un intreccio di emozioni e drammi famigliari. Un avvincente viaggio musicale sulle orme della cultura mongola, guidato dalla celebre cantante Urna, concluderà la manifestazione con The Two Horses of Genghis Khan di Byambasuren Davaa (La storia del cammello che piange), film di chiusura.

Due film svizzeri - Saranno due le presenze elevetiche in piazza: il malinconico "Giulias Verschwinden" di Christoph Schaub, che presenta una commedia corale sulla vecchiaia e sulla giovinezza; e  La valle delle ombre (The Valley), primo lungometraggio di finzione di Mihály Györik. Magia e superstizione sono gli  ingredienti di questo racconto cupo e inquietante girato fra le montagne della Svizzera italiana, con Teco Celio e Jean-François Balmer.

Cinema europeo in piazza - Spiccano inoltre diversi prodotti europei. "Les derniers jours du monde, ultima commedia dei cineasti francesi Arnaud e Jean-Marie Larrieu (Incontri d’amore), è un’odissea amorosa su uno sfondo apocalittico che confronta con ironia Mathieu Amalric alla fine del mondo".

Sul fronte germanofono, Unter Bauern – Retter in der Nacht di Ludi Boeken racconta la storia vera di una famiglia di ebrei rimasti nascosti per quasi tre anni presso una famiglia di contadini in Vestfalia, in piena seconda guerra mondiale. Infine, il cineasta catalano Marc Recha (Dies d’Agost) torna a Locarno per ricevere per la prima volta gli onori della Piazza Grande con Petit Indi, «romanzo di formazione» con Sergi Lopez e Eduardo Noriega.

Una Piazza animata dal Giappone - In omaggio al progetto Manga Impact, l’animazione giapponese fa il suo ingresso in Piazza Grande con tutti gli onori del caso. Saranno tre gli appuntamenti:  la presentazione, in prima mondiale, di un film atteso da tutti i fan del genere: Redline di Takeshi Koike, animazione concitata e virtuosa di una corsa automobilistica apocalittica. Il menu della «notte manga» proporrà, tra gli altri titoli Mobile Suit Gundam I (1981), adattamento cinematografico, mai distribuito in Europa, di una mitica serie televisiva che ha rivoluzionato il genere «robot». Per l’occasione, sarà presente l’autore, Yoshiyuki Tomino. Ultimo evento d’eccezione, genere animali e umani: Isao Takahata (Una tomba per le lucciole), fondatore con Hayao Miyazaki del celebre Studio Ghibli, presenterà la proiezione del suo capolavoro Pom Poko (1994), campione d’incassi all’epoca in Giappone.

Il CONCORSO INTERNAZIONALE

18 i film proposti dal Concorso internazionale confermati finora, provenienti da 15 paesi. Sulla scia delle edizioni precedenti, la selezione 2009 è contrassegnata dalla scoperta e dalla novità, annoverando 14 prime mondiali e 4 prime internazionali, fra cui 7 opere prime. E per la prima volta, un film d’animazione giapponese partecipa al Concorso: la favola futurista di Mamoru Hosoda Summer Wars.

Esilio e radici - I temi dell’esilio e delle radici dominano la selezione di quest’anno. "She, a Chinese", il secondo film della regista e scrittrice Xiaolu Guo (How is Your Fish Today), percorre il periplo di una giovane cinese che abbandona la sua provincia alla volta della Gran Bretagna, dove l’attende una vita di sradicamento. In "Akadimia Platonos" di Filippos Tsitos, commedia sull’attuale Grecia multiculturale, un ateniese nazionalista vede vacillare le proprie certezze nello scoprire le sue radici albanesi. Mentre "Frontier Blues" di Babak Jalali, nuova promessa del cinema iraniano, descrive con ironia e poesia la vita quotidiana fuori dal mondo di un paesino alla frontiera con il Turkmenistan.

Solitudini - Ma la selezione 2009 è anche dominata dall’intimità di relazioni familiari dolorose, personaggi solitari o rapporti di coppia complessi. "Shirley Adams" del sudafricano Oliver Hermanus narra la disperazione quotidiana di una madre e del proprio figlio invalido. "L’Insurgée" del francese Laurent Perreau mette a confronto un’adolescente ribelle e un nonno tormentato (Michel Piccoli); due generazioni e due solitudini si trovano anche in "Nothing Personal" dell’olandese Urszula Antoniak, mentre "La Invencion de la carne" dell’argentino Santiago Loza (Extraño) intesse un racconto onirico e angosciante sul rapporto incerto tra un uomo e una donna.

Ritorni - A volte ritornano. A Locarno ci saranno anche tre autori cari al Festival. In "Wakaranai" del giapponese Masahiro Kobayashi, Pardo d’oro 2007 con Ai no yokan, un adolescente deve confrontarsi con i temi della perdita e della solitudine; il canadese Bernard Emond (La Neuvaine, Contre toute espérance) conclude la sua trilogia sulle virtù teologali con "La Donation", mentre il francese Eugène Green (Le Pont des arts) compone con "A Religiosa Portuguesa" un inno al fado e a Lisbona, città in cui il film è stato interamente girato.
 

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