Cerca e trova immobili

TICINOLibera circolazione delle persone, la situazione ticinese

02.07.09 - 13:01
Libera circolazione delle persone, la situazione ticinese

BERNA - Per quanto riguarda la situazione ticinese il quinto rapporto dell'Osservatorio della SECO sugli effetti dell'accordo di libera circolazione delle persone fra Svizzera ed Unione Europea si è avvalso dello studio di Alberton S., Gonzalez O. e Guerra G. (Le trasformazioni nel mercato del lavoro ticinese).

Nell'insieme gli autori rilevano che l'introduzione dell'accordo non ha fondamentalmente scombussolato le tendenze economiche a lungo termine nel cantone. La libera circolazione è entrata in vigore in un momento di forte crescita economica ed è quindi difficile immaginare come il mercato del lavoro ticinese avrebbe reagito in una situazione congiunturale meno favorevole.

L'aumento dell'impiego dei frontalieri non è direttamente legato alla libera circolazione del mercato del lavoro: si tratta invece di un fenomeno a lungo termine che si è andato accentuando verso la fine degli anni '90, nel solco della crescita economica. La crescente importanza del settore dei servizi ha favorito la domanda di personale e la manodopera estera è stata più sollecitata.

Non si può tuttavia escludere il fatto che questa tendenza si sia accelerata a seguito dell'accordo di libera circolazione: esso ha favorito la crescita nel campo dell'offerta di servizi, fornendo a numerosi frontalieri l'accesso al mercato del lavoro ticinese, rileva lo studio.

La liberalizzazione delle prestazioni di servizi transfrontalieri (meno di 90 giorni) ha avuto conseguenze più importanti sul mercato ticinese di quante ne abbia avute la liberalizzazione dei permessi di soggiorno di breve e lunga durata. L'aumento più marcato delle prestazioni si è avuto nei settori principale e secondario della costruzione e dell'industria.

Sembrerebbe che l'introduzione della libera circolazione non abbia avuto effetti discriminanti sui lavoratori indigeni, anche se a partire dal 2007 il calo della disoccupazione in Ticino è stato meno sostanzioso rispetto alla media nazionale. Non si può tuttavia escludere il fatto - secondo gli autori dello studio - che la concorrenza tra lavoratori stranieri e indigeni si sia esacerbata nei settori fortemente frequentati dai frontalieri (commercio e servizi).

Sui lavoratori svizzeri non è stata constatata alcuna pressione salariale; al contrario, tra il personale non qualificato si è avuta un'evoluzione positiva. I salari dei frontalieri versati in Svizzera restano assai deboli, in particolare per le donne.

Ats

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE