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GINEVRAGuantanamo: canton Ginevra disposto ad accogliere un prigioniero

02.02.09 - 20:04
Guantanamo: canton Ginevra disposto ad accogliere un prigioniero
GINEVRA - Il canton Ginevra è il primo a rispondere affermativamente all'appello lanciato dalla Confederazione ad accogliere un detenuto di Guantanamo quando questo carcere sarà chiuso, come ha ordinato il presidente Usa Barack Obama. Zurigo invece non vuol saperne, mentre il consigliere agli Stati ticinese Dick Marty - esperto in materia di carceri segrete della CIA, avendo redatto un rapporto per il Consiglio d'Europa - sollecita ad accordare l'asilo umanitario, non essendoci nessun rischio per la Svizzera.

Il Consiglio di Stato ginevrino si è detto oggi disposto ad accogliere un prigioniero della base statunitense, "a condizione ch'egli sia innocente", ha dichiarato all'ats il consigliere di Stato Laurent Moutinot, confermando una notizia data dal giornale "Le Matin".

Primo cantone ad aver annunciato ufficialmente il proprio "sì", Ginevra vuole riaffermare in questo modo il proprio attaccamento ai principi umanitari.

Nessun altro governo cantonale si è espresso ufficialmente sull'appello di Berna: Zurigo potrebbe farlo tra un mese. Intanto oggi il Gran Consiglio ha dichiarato urgente un postulato di UDC e UDF che chiede al governo cantonale di intervenire presso il Consiglio federale per convincerlo a non accordare l'asilo ai cosiddetti "nemici combattenti illegali" detenuti a Guantanamo (uno status inventato dall'amministrazione Bush senza alcun riconoscimento internazionale). Da registrare che diversi consiglieri di Stato, soprattutto di sinistra e romandi, si sono detti favorevoli a livello personale alla richiesta della Confederazione.

Secondo Dick Marty, ex relatore del Consiglio d'Europa per le prigioni segrete della CIA, la Svizzera non ha nulla da temere dall'eventuale accoglienza accordata a qualche detenuto del carcere di Guantanamo. Lo ha spiegato in un'intervista rilasciata a swissinfo.

"Chi può affermare in maniera credibile che la sicurezza della Svizzera o dei cantoni è messa in pericolo solo perché accogliamo tre persone di Guantanamo?", si è chiesto il senatore liberale radicale, commentando: "In questa storia c'è una cosa che mi disturba: se si trattasse di tre miliardari russi sospettati di contatti con la mafia, sarebbero accolti senza tante domande".



ATS
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