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LUGANOClay Regazzoni ancora senza strada, Paolo Beltraminelli: “È solo una questione di tempo”

14.01.09 - 10:32
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Clay Regazzoni ancora senza strada, Paolo Beltraminelli: “È solo una questione di tempo”

LUGANO – Il 18 dicembre 2006, a pochi giorni dall’incidente mortale che ha causato la morte del pilota ticinese Clay Regazzoni, 42 consiglieri comunali di Lugano avevano proposto di intitolare una strada o una piazza ad uno dei maggiori ambasciatori del Canton Ticino nel mondo. Uno sportivo che ha riscosso successi ed ammirazione in tutto il mondo entrando nel cuore degli sportivi ma non solo. Un affetto dimostrato dalla folla che aveva preso parte alle esequie ma, stando a quanto ha affermato in più occasioni da Aldo Pessina, ex-vicedirettore della Cassa pensioni di Lugano, velocemente dimenticato.

“Quel progetto si inserisce in tutta la problematica del nuovo stradario della Città di Lugano. Con le fusioni e con la crescita della città si sono creati dei doppioni, strade con lo stesso nome e  via dicendo. La commissione che sta lavorando a questo progetto, nato da un’interpellanza del Consigliere comunale Corti – ci spiega Paolo Beltraminelli, Municipale PPD –, deve valutare l’elevato numero di segnalazioni di persone meritevoli di vedere il proprio nome abbinato ad una strada, piazza o edificio giunte in Municipio. Queste valutazioni devono inoltre tenere conto di una serie di prassi e regole: generalmente per gli sportivi, come appunto nel caso di Clay Regazzoni, si tende a dare il loro nome a strutture o edifici legati allo sport, ricordo infatti che quando morì Zappa ci fu chi propose di dedicargli lo stadio di Cornaredo. Un’altra prassi è quella di non farsi trascinare dall’emotività e tendenzialmente si aspetta una decina d’anni dalla morte della persona. Il Comune di Porza ha dedicato la Sala Multiuso a Clay Regazzoni ma vorrei sottolineare che si tratta di una realtà molto differente da quella di Lugano ed è quindi stato più facile prendere delle decisioni in tempi relativamente ristretti”.

Da quanto ci racconta sembra quindi che la questione non sia chiusa e che chi ha fatto la richiesta possa ancora sperare in una strada, una piazza o un edificio intitolato a Clay Regazzoni.
“Esatto. La proposta non è stata accantonata ma siccome il progetto di cui parlavo prima includeva l’invito alla popolazione di segnalare eventuali persone degne di avere una strada con il proprio nome ha assunto dimensioni ragguardevoli e necessita quindi diverso tempo per essere portato a conclusione. Il Municipio sta valutando la proposta come tutte le altre che sono arrivate. Si può forse dire che non c’è stata una corsia privilegiata per cercare di accelerare la procedura, non vi sono però dubbi sul fatto che Clay Regazzoni sia stato un personaggio positivo per Lugano e che la richiesta inoltrata abbia senso. Non escludo che ci siano persone, e penso a coloro che sono meno interessati allo sport ed ai suoi personaggi, che vista la decisione di Porza possano ritenere la questione chiusa, si tratta però di valutazioni personali”.

Vi sono state opposizioni o freni da parte di persone o partiti?
“No, direi proprio di no. La proposta si è inserita in un grande progetto che l’ha rallentata. Tutto qui. Con tutto il rispetto per Porza loro si trovano in una realtà piccola e Clay rappresentava il più importante, e forse l’unico, caso del genere. Lugano vive una dimensione maggiore”.

A livello generale quali sono i passi da percorrere quando si intende modificare il nome di una strada o piazza per dedicarla ad una personalità?

“Di principio il cambiamento del nome di una strada è rapido. Ciò non toglie che modificarne troppi possa generare dei disagi legati anche al senso di appartenenza. Non mi sembra però che ci sia un iter particolare”.

Il caso di via Giuseppe Buffi, ex via Ospedale, si è risolto abbastanza velocemente. Questo testimonia il fatto che se non ci fosse stato questo progetto del nuovo stradario la questione sarebbe potuta essere già risolta?

“Sì, in effetti la vicenda di via Giuseppe Buffi si è risolta molto velocemente, la situazione era però differente. Ora eventuali procedure accelerate potrebbero risultare più indigeste”.

 

s.g.

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