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BERNAPolitecnici: prosegue diatriba su spartizione fondi

20.07.08 - 18:10
Politecnici: prosegue diatriba su spartizione fondi
BERNA - La disputa dello scorso anno sulla ripartizione dei fondi federali tra i due politecnici di Losanna e Zurigo ha lasciato strascichi. Secondo il presidente del Consiglio dei politecnici Fritz Schiesser, ci sono ferite che stentano a guarire. In un'intervista pubblicata oggi sulla "NZZ am Sonntag", Fritz Schiesser - entrato in funzione sei mesi fa quale presidente del Consiglio dei politecnici (PF) dopo quasi 18 anni come Consigliere agli Stati per il PLR glaronese - ha riconosciuto che la ripartizione dei fondi tra le due scuole è un compito assai laborioso ed esigente. Tuttavia, se ancora si sentono gli echi della polemica dello scorso anno, Schiesser si è detto pronto ad un nuovo inizio.

Già in aprile aveva annunciato che un nuovo sistema di suddivisione dei fondi è in fase di studio e dovrà essere pronto per il 2011, anno in cui verrà rinnovato il "Mandato di prestazioni del Consiglio federale nel settore dei PF". Fino ad allora, durante il mandato in corso (2008-11), i soldi verranno distribuiti secondo le vecchie modalità, sebbene l'anno scorso il più grosso dei due politecnici, quello di Zurigo, si fosse sentito svantaggiato, e si era lamentato presso il Consigliere federale Pascal Couchepin.

"Non ci potranno essere meccanismi di ripartizione semplici", prevede Schiesser. "Resteranno sempre margini di apprezzamento, che saranno attribuiti dal Consiglio dei politecnici". A suo avviso, il fatto che i due presidenti dei PF partecipino al Consiglio, non è fonte di problemi, dal momento che la maggioranza dei membri è indipendente dalle istituzioni.

L'ex-parlamentare non considera l'eventualità di una fusione dei PF, e sostiene invece l'autonomia delle due scuole, Losanna e Zurigo: "hanno due culture differenti, e in politica ho sperimentato quanto è arricchente conservare le due culture". Secondo Schiesser, entrambi i politecnici devono essere tra le migliori scuole al mondo. Alla domanda, se ciò sia anche economicamente sostenibile, risponde: "Questo lo vedremo nei prossimi anni (...) La Svizzera dovrebbe esserne capace."



ATS
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