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Sono state prese le giuste decisioni, anche se in un contesto difficile, ha detto Weibel ai microfoni della radio svizzero tedesca DRS. "Quando, nel 2006, ho lasciato le FFS, le cifre relative a FFS Cargo erano state approvate dai revisori dei conti".
L'ex direttore, in carica dal 1992 al 2006, respinge al mittente le accuse del consigliere federale Moritz Leuenberger, secondo il quale la direzione generale non si era resa conto dello stato in cui versava il comparto del trasporto merci.
Dopo la liberalizzazione del settore, introdotta nel 1999, è subito apparso chiaro che FFS Cargo si trovava, da sola, in una situazione di debolezza, ma per una serie di motivi non è stato possibile allacciare rapporti di collaborazione, né con i partner italiani, né con quelli tedeschi. "La strategia adottata non era priva di rischi, ma era stata concordata in modo intensivo con la Confederazione", ha detto Weibel.
Mai, d'altro canto, si è avviata una discussione politica sul ruolo della Confederazione, che detiene una partecipazione maggioritaria in due enti ferroviari - le FFS e la società BLS - che a loro volta sono concorrenti l'uno verso l'altro: una situazione unica in Europa.
Quanto alle critiche stando alle quali la cattiva gestione delle FFS è da ricondurre agli "intrallazzi" della sinistra, Weibel risponde che nulla per lui è meno importante dell'appartenenza a un partito. Le decisioni aziendali erano peraltro state approvata dal consiglio di amministrazione, che è tutto fuorché socialista. Weibel si è anche detto sorpreso delle misure di risanamento annunciate di recente, affermando che le discussioni sulla strategia di FFS Cargo in queste ultime settimane sono state portate avanti in "modo troppo poco differenziato".
