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LUGANODemolizione stabili, i socialisti al Governo: "Non è più solo un problema luganese, ma ticinese"

12.02.08 - 09:57
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Demolizione stabili, i socialisti al Governo: "Non è più solo un problema luganese, ma ticinese"

LUGANO - Si anima il dibattito attorno alla decisione del Municipio di Lugano di abbattere lo stabile popolare di via Vignola e via Beltramina  progettato dall'architetto Rino Tami, per far posto a una palazzina di sei piani. 

Oggi otto deputati socialisti (Raoul Ghisletta, Chiara Orelli, Manuele Bertoli, Gianrico Corti, Carlo Lepori, Werner Carobbio, Pelin Kandemir, Dario Ghisletta) hanno inoltrato al Consiglio di Stato un'interpellanza facendo appello alla legge sulla protezione per il patrimonio archittetonico moderno.

"Lo stabile da demolire  - si legge nell'interpellanza - porta la firma prestigiosa dell’architetto Rino Tami e risale ai primi anni del secondo dopoguerra. Fa parte di un complesso di tre edifici di edilizia popolare (fra le vie Beltramina, Pelloni e Vignola). Sono tutti edifici allungati e di quattro piani, frutto di un’iniziativa sociale del Vescovo di Lugano (tramite la fondazione Pro Familia), che delimitano una sorprendente, ampia e tranquilla corte a prato, di forma rettangolare, dove  giocano i bambini. Gli altri due edifici sono opere dell’architetto Antonini (quello su via Beltramina) e di Camenish/Carloni (quello su via Pelloni). È un insediamento di grande pregio per il quartiere popolare di Molino Nuovo, già compromesso in ampia misura da uno sviluppo dissennato che lo ha banalizzato".

Insomma per i socialisti a questo punto il problema "non è solamente luganese, ma è anche un problema ticinese, sul quale le autorità cantonali sono chiamate ad agire" e fanno appello alla legge cantonale sulla protezione dei beni culturali del 1997, legge che prevede nelle norme transitorie che, entro 10 anni , i Comuni istituiscano la protezione dei beni culturali immobili con gli strumenti pianificatori previsti dalla legge e che il Consiglio di Stato ne predisponga l’inventarizzazione.

Preoccupazioni e perplessità che hanno spinto i deputati socialisti a chiedere "quali principi e criteri urbanistici e architettonici hanno indotto il Municipio di Lugano a rilasciare il permesso di demolizione dello stabile Tami di Via Vignola 19-21-23 e la licenza di costruire al suo posto una palazzina di 6 piani, che deturperà irrimediabilmente l’insediamento popolare, con la corte a prato, fra le vie Beltramina, Pelloni e Vignola", e cosa intende fare il Consiglio di Stato "per impedire un tale scempio".

Viene chiesto inoltre se il Cantone è a conoscenza di altre demolizioni di edifici del ‘900 di rilevanza architettonica che siano già state autorizzati o in procinto di esserlo a livello comunale, qual è stato il seguito dato alle conclusioni del rapporto Brenni-Ferrari della Commissione della gestione del 2002 in merito al volume di sussidi cantonali per il recupero di beni culturali in pericolo, e in merito alla modifica della chiave di ripartizione degli investimenti nei vari comparti. E ancora: "A che punto sono i Comuni, a termine di legge decennale scaduto a fine 2007, rispetto all’obbligo di istituire la protezione dei beni immobili? A che punto è il Consiglio di Stato, a termine di legge decennale scaduto a fine 2007, rispetto all’obbligo di inventarizzazione dei beni culturali? Intende conferire alla Commissione dei beni culturali e alle istituzioni culturali che collaborano alla tutela dei beni culturali una facoltà di ricorso contro le decisioni edilizie che comportano la distruzione di beni culturali immobili, visto anche i ritardi dei Comuni e del Cantone nell’applicazione della legge beni culturali a 10 anni di distanza dal suo varo?"

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