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TICINOAsfaltopoli e le "compiacenze del Ministero Pubblico"

05.02.07 - 15:01
Lettera aperta degli MpS Giuseppe Sergi e Angelo Zanetti al Procuratore Generale Bruno Balestra.
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Asfaltopoli e le "compiacenze del Ministero Pubblico"
Lettera aperta degli MpS Giuseppe Sergi e Angelo Zanetti al Procuratore Generale Bruno Balestra.
LUGANO - Asfaltopoli e le "compiacenze del Ministero Pubblico": lettera aperta al Procuratore Generale Bruno Balestra da parte dei due candidati dell'MpS al Gran Consiglio Giuseppe Sergi e Angelo Zanetti. La pubblichiamo per intero.

"Stimato Procuratore Generale,
siamo membri del Movimento per il Socialismo e saremo candidati alle prossime elezioni cantonali. Tra i temi che spesso ritornano nella discussione politica, ed anche in questa campagna elettorale, vi è sicuramente quello della giustizia. Una giustizia che i più auspicano celere, imparziale; che non guardi in faccia a nessuno e che non abbia compiacenza per nessuno.
Siamo quindi rimasti più che sorpresi nel leggere che, durante il congresso del PLRT di sabato 27 gennaio 2007, il deputato Thomas Arn, travolto da Asfaltopoli, ha sventolato una sua lettera nella quale lei “gli avrebbe confermato che il Ministero Pubblico non ha alcun indizio che giustifichi l’apertura di un procedimento penale” (cfr. per es. il CdT del 29.1). Ohibò! Come mai tanta rapidissima grazia?
La sua frettolosa lettera appare tanto più sorprendente se si pensa che il voluminoso rapporto d’inchiesta del 9 gennaio scorso della Comco (76 pagine fitte fitte) è riuscito a dimostrare non solo l’esistenza di un cartello, ma anche la manipolazione delle offerte, un sistema di rotazione delle stesse che permetteva una spartizione equa dei lavori (pag. 16), come pure un’influenza sui prezzi delle miscele bituminose (pag.45), nonché la manipolazione delle offerte nel periodo dal 1999 al 31 marzo 2005 (pag 9).
Per poter operare in questo modo il cartello illecito, al quale hanno partecipato molti imprenditori ed amministratori (molti ricoprono cariche elettive cantonali o municipali, altri sono candidati, ecc.), aveva stilato una precisa convenzione per mantenere artificialmente alti i prezzi degli appalti pubblici e privati. Tutto ciò avveniva attraverso riunioni settimanali obbligatorie!
Il fatto che questa convenzione non fosse firmata da nessuno, ma venisse rispettata da tutti (chi non poteva partecipare alle riunioni era obbligato a rispettare le decisioni prese) è un particolare inquietante. Si sente l’odore di codice d’onore, e i codici d’onore richiamano i sistemi mafiosi.
L’interesse pubblico veniva subdolamente raggirato attraverso un sistema di offerte fasulle e la partecipazione simbolica ai sopralluoghi in modo da suscitare la falsa impressione che il libero gioco della concorrenza funzionasse perfettamente (art. 5, 6 e 7 della convenzione). Quando in realtà, attraverso le riunioni in comune, veniva designata l’impresa destinata a vincere il concorso (pag 18)!
L’unica ditta esclusa dal cartello era ricattata e “per poter sopravvivere sul mercato, sarebbe stata costretta ad accettare condizioni che le sarebbero state imposte dagli altri operatori del mercato” (pag. 11).
Secondo l’art. 178 del Codice di procedura penale ticinese “Quando il Procuratore pubblico conosce per denuncia, querela o altro modo esserci sospetto che sia stato commesso un reato, deve procedere subito alle occorrenti indagini di fatto per decidere se sia il caso di promuovere l’accusa”. Stando alla Comco gli indizi di reato (che sono assai più di semplici sospetti) sono molteplici.
Il sospetto di truffa è quindi flagrante. Tutti gli ingredienti sono sul tavolo: mediante il sistema descritto, nel Canton Ticino è stata praticata per diversi anni una politica di mantenimento strutturale di prezzi alti a spese di committenti privati, degli enti pubblici e, in ultima analisi, dei contribuenti. (pag 45).
Di fronte a tutto ciò perché lei, signor Procuratore Generale, fa come le tre scimmiette?
Difficile non pensare che la sua graziosa lettera sia stata motivata dal fatto che le ditte coinvolte dal malaffare sono farcite di politici corazzati. La Costra SA del deputato Thomas Arn, per non fare che un solo esempio, negli anni dell’illegalità era addirittura presieduta da Fulvio Pelli, Presidente di BancaStato e del PLRT svizzero.
Purtroppo non è la prima volta che lei, signor Procuratore Generale, sembra darsi alla politica. Il 6 febbraio 2006 in un’intervista al Corriere del Ticino sul “caso Stinca” ebbe a rispondere che le indagini in materia di frode fiscale non erano una priorità del Ministero Pubblico. Suscitò l’immediata interrogazione dei Gran consiglieri Riccardo Calastri e Norman Gobbi e l’imbarazzata risposta del Consiglio di Stato. Oggi ci risiamo.
E che dire poi, della celerità con la quale lei, signor Procuratore Generale, sembra abbia fornito una dichiarazione, come quella citata da Arn? L’unico caso di simile celerità che ci viene alla mente è quello con il quale qualche fa, nello spazio di poche ore, l’allora procuratrice pubblica Carla Del Ponte “scagionò” l’allora Consigliere Nazionale Gianfranco Cotti da qualsiasi legame con la discussa FIMO finanziaria di Chiasso in odore di frequentazioni mafiose. La storia, in qualche modo, si ripete. La giustizia sembra sì essere celere, e quindi più giusta; ma solo per i cittadini e le cittadine eccellenti. In questo modo, egregio signor Procuratore, non si rende un buon servizio alla giustizia ed al suo prestigio presso i cittadini".

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