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LUGANOI 20 anni dell'Accademia italiana della cucina

09.11.05 - 09:11
Celebrati ieri sera all’ Hôtel Splendide Royal
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I 20 anni dell'Accademia italiana della cucina
Celebrati ieri sera all’ Hôtel Splendide Royal
di Luigi Bosia
 
LUGANO - La delegazione della Svizzera Italiana dell'Accademia italiana della cucina oggi presieduta da Paolo Grandi, ha raggiunto il suo ventesimo anno di vita.
Si è voluto celebrare questo anniversario con molta solennità, ma anche con qualche sorpresa e con un banchetto degno dell’importante avvenimento culturale e gastronomico.
Ieri sera, presso l'Albergo Splendide Royal erano presenti soci accademici, familiari ed amici, accorsi con piacere per festeggiare, ridere scherzare ricordando i nostri venti anni di attività associativa all’insegna della Cultura della Tavola.
Seguendo l'autore di Il Trionfo di Cuccagna, poemetto del XVII sec., “ridendo e cantando andremo in Cuccagna..... Là son coperti i tetti di cialde inzuccherate, lasagne informaggiate si gettan per la via, c'è tanta malvagia, ch'ogniun s'è imbriacato, ci è tanti fegatelli grossi come un tamburo.... Si che, Signori, affretteremo i passi. Andremo in Cuccagna, che ci è que' capponi grossi, andiam tutti fratelli, chi non vuol tribolare”. Questo è un grasso paese e s'attende a trionfare”
Una deliziosa cena proposta dal nuovo chef dell'Albergo Splendide Royal con commenti dei simposiarchi conte Bossi Fedrigitti e Marta Lenzi che hanno introdotto i numerosi partecipanti alla storia di Cuccagna.
Questo simbolo della reazione alla povertà popolare, probabilmente più antica, trova la sua prova letteraria (scrive Alberini), nel Decamerone quando si parla di Bengodi, là dove si legano le viti con la salsiccia mentre su una montagna di cacio parmigiano grattugiato "stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e ravioli e cuocerli in brodo di capponi e poi gettavan quindi giù e chi più ne pigliava più se n'haveva".
Cuccagna deve la sua fama nelle stampe popolari che illustrano visivamente le meraviglie di quell'inesistente contrada. In particolare quella del 1730, sempre ristampata, del "Paese di Chucagna, dove chi men lavora più magna  
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