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TICINOLotta alla pedofilia: +23% per le denunce online in Ticino

28.10.05 - 07:29
Guerra alla cibercriminalità: grande lavoro per la polizia ticinese nel 2005. Una trentina le denunce online per reati minori e 208 quelle legate alla pedofilia (117) o alle truffe online (91).
Foto d'archivio
Lotta alla pedofilia: +23% per le denunce online in Ticino
Guerra alla cibercriminalità: grande lavoro per la polizia ticinese nel 2005. Una trentina le denunce online per reati minori e 208 quelle legate alla pedofilia (117) o alle truffe online (91).

BELLINZONA - Grande lavoro nel 2005 in Ticino nella lotta alla cibercriminalità e soprattutto forte aumento per le denunce legate alla pedofilia online. Questo emerge da un'intervista rilasciataci dal commissario Enea Filippini della Polizia Giudiziaria ticinese.

Sul sito della Polcantonale, ricordiamo, sono attive due sezioni di denunce online. La prima è dedicata alle denunce per reati minori quali il furto o lo smarrimento di documenti. La seconda è quella relativa alla lotta alla pedofilia e alle truffe online.

Le denunce per reati minori

Finora, nel 2005, "le denunce online di tipo generale - ci spiega Filippini - sono molto limitate: una decina quelle riguardanti furti o smarrimenti di certificati di legittimazione ed una ventina quelle concernenti furti di biciclette o ciclomotori".

Pedofilia e truffe online

Le denunce, riferite ad Internet, concernenti siti di pornografia infantile o in altri modi illegale sono invece in netto aumento rispetto all'anno scorso. "Nel 2004 - ci spiega ancora Filippini - le segnalazioni sono state 95. Nel 2005 (il dato è aggiornato al 21 ottobre, ndr.) si sono invece già contate 117 segnalazioni (+23%)".

A queste "vanno aggiunte - spiega ancora Filippini - numerose segnalazioni di tentativi di truffa o d'acquisizione illecita di dati personali e segnatamente: 61 proposte per ingenti trasferimenti di capitali da paesi esteri alla Svizzera, 14 annunci di vincite a giochi del lotto o lotterie per mezzo dei quali si chiede all'utente di fornire dati personali riservati, 6 tentativi di phishing e 10 diversi altri tentativi di truffa con i più disparati sistemi".

In tutto, insomma, per queste tipologie le denuce sono state finora ben 208. Come dire: gli organi di sorveglianza della cibercriminalità non hanno di sicuro incrociato le braccia, quest'anno.

Ancora Filippini: "Lo scopo, per tutti i casi, è sempre il medesimo: acquisire dati privati personali (indirizzi, numeri di telefono, numeri di conti bancari, di carte di credito, ecc... che vengono poi utilizzati per scopi illeciti) oppure farsi anticipare del denaro che puntualmente non viene più rimborsato".

"L'identificazione degli autori - continua Filippini - risulta essere quasi praticamente impossibile ritenuto come i medesimi operino normalmente dall'estero, con indirizzi fittizi e con recapiti di posta elettronica creati ad hoc dai quali non è possibile risalire ad alcunché".

I suggerimenti della Ciberpolizia

"Nel caso si ricevano messaggi simili a quelli indicati sopra, o comunque sospetti, - mette in guardia Filippini - i consigli sono sempre i medesimi: mai fornire a sconosciuti dati personali di nessun genere, mai rispondere a mail sospette, mai cliccare su eventuali link presenti sulla mail sospetta. Sempre diffidare di richieste provenienti da siti che apparentemente sono legati ad aziende o società conosciute con le quali richieste viene domandato di dare i propri dati personali (phishing) ricordandosi che le società serie non chiedono mai ai propri clienti, ad esempio, di fornire delle passwords: semmai è proprio il contrario. Quindi sempre verificare la bontà della richiesta recandosi magari nella sede dell'istituto richiedente o facendo una semplice telefonata di controllo.

La collaborazione tra Polcantonale e Polizia federale

Finanziato dalla Confederazione e dai Cantoni, lo SCOCI è incaricato di raccogliere le segnalazioni su casi di criminalità su Internet, di verificarli e di trasmetterli agli organi di giustizia e polizia.

Il servizio nazionale di coordinazione per la lotta contro la criminalità su internet (SCOCI) ha iniziato le sue attività nel 2003.

"La collaborazione con lo SCOCI di Berna - ci spiega ancora Enea Filippini - è costante e ottima. A questo proposito le ricordo che il posto giusto per segnalare siti proibiti è proprio quello dello SCOCI e meglio ancora all'indirizzo www.cybercrime.admin.ch o più semplicemente www.scoci.ch. Anche noi, come polizia ticinese, inoltriamo le segnalazioni che ci vengono trasmesse a quest'indirizzo. In sostanza noi (o l'utente) segnaliamo allo SCOCI il sito sospetto. Dopo i controlli che s'impongono lo SCOCI inoltra la segnalazione al Paese interessato. Eventualmente poi il tutto ritorna al Cantone competente. Ma solo se il sito ha appunto dei legami con il Cantone stesso. E fino ad ora non sono mai stati identificati dei siti a contenuti proibiti che fossero gestiti dal Ticino".

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