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BELLINZONAProgetti Interreg: il DFE risponde alle accuse del CSI Ticino-Lombardia-Piemonte

25.11.04 - 15:02
Progetti Interreg: il DFE risponde alle accuse del CSI Ticino-Lombardia-Piemonte

BELLINZONA - Il Dipartimento delle finanze e dell'economia ha preso conoscenza con sorpresa del comunicato stampa diffuso il 22 novembre scorso dal Consiglio sindacale interregionale Ticino-Lombardia-Piemonte sul progetto Interreg IIIA "Osservatorio sull'applicazione degli Accordi bilaterali Svizzera/UE - libera circolazione delle persone e delle merci - nella Regione Insubrica delle Province di Varese, Como e del Canton Ticino". Secondo il DFE "il comunicato contiene informazioni sbagliate e formula accuse del tutto infondate all'indirizzo dell'autorità cantonale".

Per il CSI Ticino-Lombardia-Piemonte, il Governo del Canton Ticino avrebbe bocciato il progetto presentato dalla Camera di commercio di Varese, dalle Amministrazioni provinciali di Como e Varese, dai sindacati italiani CGIL CISL UIL delle zone di frontiera e dai sindacati USS Ticino e OCST.

Per il Dipartimento diretto da Marina Masoni - come detto - "l'affermazione è destituita di qualsiasi fondamento, per le seguenti ragioni:

a)le decisioni in merito ai progetti del Programma Interreg IIIA Italia-Svizzera non competono in alcun modo al Governo cantonale né ad alcuno dei suoi Dipartimenti, ma al Comitato di programmazione del programma Interreg, composto da 8 membri in rappresentanza delle Amministrazioni seguenti: Regione Lombardia, Regione Piemonte, Regione autonoma Valle d'Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Confederazione svizzera, Cantone dei Grigioni, Cantone Vallese e Cantone Ticino;

b) il regolamento interno del Comitato prevede che le decisioni favorevoli ai progetti siano prese "per consenso"; occorre cioè il consenso unanime dei membri;

c)sul progetto in questione, il rappresentante del Canton Ticino aveva espresso parere favorevole e quindi votato affermativamente;

d)il DFE respinge pertanto fermamente l'accusa formulata dal CSI circa un presunto "atteggiamento di chiusura da parte delle istituzioni del Canton Ticino". Oltre all'appoggio dato al progetto in questione, il Ticino partecipa infatti a 114 progetti Interreg III con la Lombardia e il Piemonte; tutti i Cantoni svizzeri (Ticino compreso) partecipano a circa 400 progetti. Il Ticino da solo realizza quindi il 25% dei progetti di collaborazione transfrontaliera portati avanti da parte svizzera. Alla luce di quanto precede, il richiamo del CSI "al rispetto degli impegni assunti con l'Europa" è del tutto fuori luogo;

e)circa la sollecitazione a "dimostrare con i fatti di avere la volontà di contribuire a regolare il mercato del lavoro attraverso strumenti atti a tutelare i lavoratori e di conseguenza la stessa economia e la popolazione del territorio transfrontaliero", oltre al riferimento all'appoggio dato al progetto in questione, il DFE ricorda che il Canton Ticino ha attivato un sistema di monitoraggio incentrato sulla Commissione tripartita, sull'Osservatorio del mercato del lavoro, su una piattaforma informatica e su un'unità amministrativa di coordinamento, proprio in considerazione della rilevanza dei cambiamenti legati agli accordi bilaterali;

f)il DFE stigmatizza infine l'agire del CSI, che ha diffuso il comunicato stampa lunedì 22 novembre senza nemmeno attendere che la consigliera di Stato Marina Masoni potesse rispondere alla lettera del CSI di Varese pervenuta al DFE venerdì 19 novembre. Questi metodi sono in palese contrasto con l'ottimo spirito di collaborazione italo-svizzera che caratterizza il lavoro nell'ambito del programma Interreg III".

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